Roma vuole il rientro anche di Girone. Le decisioni dei giudici sono definitive e hanno carattere obbligatorio: tutte le parti in causa sono tenute a rispettarle
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Attesa per il verdetto del tribunale internazionale del Diritto del mare di Amburgo per la vicenda dei marò, che si trascina ormai da oltre tre anni. Il governo di Roma chiede il rientro di Girone e la permanenza di Latorre in Italia, nonché che vengano sospese le procedure della giurisdizione a carico dei due fucilieri di Marina in India. Il verdetto è atteso per le 11.
L'India si oppone invece alle richieste di misure cautelari avanzate dall'Italia a tutela dei suoi militari e, soprattutto, contesta la competenza dello stesso Tribunale a decidere sulla giurisdizione del caso (che sia Delhi che Roma rivendicano).
L'India sostiene poi che l'incidente sia avvenuto in "acque indiane, come indiane erano le vittime" e, basandosi sulla definizione di "acque contigue", visto che i colpi furono sparati a 20,5 miglia dalla costa, non intende cedere il proprio diritto a "processare reati commessi nel nostro Paese". La tragedia - due pescatori in tutto questo hanno perso la vita - per l'Italia è al contrario avvenuta in acque internazionali e ha coinvolto due militari in servizio per conto dello Stato a bordo di una nave, l'Enrica Lexie, battente bandiera italiana. E dunque non vanno processati in India. La contesa, al di la' del merito delle accuse, che per ora non vengono affrontate, sta tutta qui.
Il tribunale ora potrà decidere di accogliere le richieste italiane in toto o in parte, di respingerle, di decidere misure provvisorie diverse da quelle chieste dall'Italia o di dichiararsi non competente. In ogni caso, le decisioni sono definitive e hanno carattere obbligatorio: tutte le parti in causa sono tenute a rispettarle.