La Corte costituzionale ha accolto il ricorso del partito di estrema destra sconfitto, l'Fpoe di Hofer. Annullata l'elezione del verde Van der Bellen, che dichiara: "Vinceremo ancora noi"
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Le elezioni presidenziali in Austria del 22 maggio sono state invalidate a causa di "errori nel procedimento elettorale". Lo ha annunciato la Corte costituzionale, secondo cui il ballottaggio va rifatto. Era stato il partito di estrema destra Fpoe a presentare ricorso per contestare i risultati delle urne, dove il verde Van der Bellen aveva prevalso per un soffio sull'euroscettico Hofer. Nella sentenza non si parla di brogli o manipolazioni del voto.
"Le elezioni sono il fondamento della nostra democrazia e il nostro compito è di garantirne la regolarità - ha detto il presidente della Corte costituzionale Gehrart Holzinger -. La nostra sentenza deve rafforzare il nostro Stato di diritto e la nostra democrazia". Irregolarità sono state riscontrate in 14 su 20 dei distretti presi in esame in seguito al ricorso.
La successione a Fischer - L'8 luglio, giorno in cui avrebbe dovuto prestare giuramento Van der Bellen, il presidente uscente Heinz Fischer lascerà l'incarico ai presidenti delle Camere, che eserciteranno l'incarico collegialmente ad interim.
Il voto annullato - Al ballottaggio era risultato eletto il verde Alexander Van der Bellen con uno scarto di meno di un punto percentuale, pari a circa 30mila voti, rispetto al leader dell'estrema destra Norbert Hofer. Il nuovo voto si dovrebbe tenere il 18 settembre.
Il ricorso - Il Fpoe e il suo leader, Christian Strache, avevano denunciato un'ampia serie di irregolarità nel conteggio dei voti (in particolare quelli giunti per posta), sebbene non avesse portato prove di brogli. Nelle scorse settimane, il tribunale ha ascoltato circa 90 testimoni, tra cui membri dei seggi di tutto il Paese. Molti di essi hanno ammesso che non sia stata rispettata appieno la legge elettorale, in particolare nei tempi e nei modi del conteggio dei voti per posta.
Van der Bellen: "Vinceremo ancora noi" - Sfumata la nomina a presidente, il verde Van der Bellen si mostra comunque ottimista: "Sono molto fiducioso che io e la mia squadra faremo di nuovo ciò che abbiamo fatto l'ultima volta, ottenere il diffuso sostegno di tutte le differenti sezioni della società, religioni e culture. Se ce l'abbiamo fatta una volta, possiamo farcela ancora".