SALVARE IL PIANETA

Clima, Obama: "Cambiare futuro ora Renzi: "Accordo sia vincolante"

Parigi la prima sessione della Cop21. Hollande: "Ai nostri figli dobbiamo lasciare un pianeta preservato dalle catastrofi e sostenibile

30 Nov 2015 - 21:37

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Al via a Parigi la Cop21, la Conferenza Onu sulla lotta ai cambiamenti climatici. "Possiamo cambiare il futuro qui e adesso", dice Barack Obama. Francois Hollande rimarca: "Ai nostri figli dobbiamo lasciare un pianeta preservato dalle catastrofi e sostenibile". E Matteo Renzi sottolinea: "Sul clima serve un accordo il più vincolante possibile, altrimenti rischia di essere scritto sulla sabbia".

E' l'ultima chiamata per salvare il Pianeta e consentire un futuro alle nuove generazioni: la Conferenza Onu "non può fallire", è imperativo trovare un accordo per evitare la catastrofe ambientale. E' unanime il senso di urgenza nelle parole dei leader mondiali, da Obama a Hollande, da Putin a Renzi, tra l'ombra del terrorismo nel bunker blindato del Bourget e il silenzio assordante osservato per le vittime degli attentati.

Si tratta di una partita aperta che i negoziatori dei 195 stati partecipanti alla Cop21 dovranno giocare sino all'ultimo: Ban Ki-moon, a nome dell'Onu, ha chiesto di limitare l'aumento della temperatura a "meno di 2 gradi, con un accordo vincolante". La strada per arrivarci è tutta in salita.

Obama: "Siamo l'ultima generazione che può fare qualcosa" - "Possiamo cambiare il futuro qui e adesso - ha esortato il presidente Usa Barack Obama - siamo l'ultima generazione che può fare qualcosa". Ma al di là di ribadire l'impegno degli Stati Uniti a ridurre del 26-28% le emissioni nei prossimi dieci anni rispetto ai livelli del 2005 e ad un aumento dei finanziamenti ai Paesi più vulnerabili (248 milioni di dollari insieme ad altri 10 Stati, tra cui l'Italia), ha volutamente glissato su cifre, tempi e obbligatorietà che dovranno essere contenute nell'accordo.

Anche il presidente cinese Xi Jinping, che ha insistito sui 100 miliardi annuali a sostegno dei Paesi in via di sviluppo, non ha voluto prendere una posizione chiara e ha parlato della Cop21 come "punto di partenza". Arrivare a un'intesa è "essenziale", ha avvertito il presidente francese Francois Hollande, che ha ricevuto il sostegno di tutti i 150 leader presenti per il "coraggio" dimostrato nel confermare la Cop21 nonostante gli attacchi terroristici.

Renzi: "Accordo sia vincolante" - Un accordo "giuridicamente vincolante per limitare a 2 gradi" l'aumento della temperatura è stato invece esplicitamente chiesto dal presidente russo Vladimir Putin - arrivato clamorosamente in ritardo all'avvio dei lavori perdendo anche la foto di gruppo - dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal premier britannico David Cameron. Se l'Europa è relativamente unita su questo fronte, con impegni già assunti per il taglio delle emissioni del 40% entro il 2030, quello che è in gioco a livello globale, ha ricordato il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, è un'assunzione di "responsabilità politica". Per questo, ha martellato anche il premier Matteo Renzi ricordando i risultati concreti già raggiunti dall'Italia sul fronte della lotta al cambiamento climatico, serve un accordo "il più vincolante possibile, altrimenti resterebbe scritto sulla sabbia". E questo, ha sottolineato Cameron, è "difficile ma fattibile".

Il fallimento di Copenhagen - Parigi, infatti, a differenza di Copenhagen sei anni fa, non può permettersi di fallire. "Abbiamo un obbligo di successo", ha avvertito il presidente della Cop e ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, "la posta in gioco è troppo importante per potersi accontentare di un accordo al ribasso". La Terra, ha ricordato il principe Carlo d'Inghilterra, "potrà sopravvivere all'aumento dei mari e delle temperature, ma non l'Uomo", e ora al Bourget mai "il destino non solo di chi è in vita oggi ma delle generazioni che non sono ancora nate è stato nelle mani di così pochi".

India: "Paesi poveri hanno il diritto di usare il carbone" - Nel coro steccano però le parole del premier indiano Narendra Modi che, pur riconoscendo la necessità di affrontare le conseguenze del global warming, ha avvertito: "Il cambiamento climatico non l'abbiamo prodotto noi. E i Paesi poveri hanno il diritto di continuare a usare il carbone se questo serve a far crescere le loro economie". "Sarebbe eticamente sbagliato - ha aggiunto - scaricare il peso di ridurre le emissioni sui paesi in via di sviluppo come l'India". L'11 dicembre sarà il giorno di chiusura dei lavori.

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