A rischio il processo di pace, torna l'incubo della guerra
Colpo di scena in Colombia. A sorpresa il "no" all'accordo di pace firmato lunedì tra il governo e il gruppo guerrigliero delle Farc ha prevalso di poco sui "sì" nel referendum, sulla base dei dati resi noti da Bogotà. Con il 99,37% dei seggi scrutinati i "sì" si sono fermati al 49,76% dei voti mentre i "no" hanno raggiunto il 50,23%. La differenza è di meno di 60mila voti. A rischio il processo di pace, nel Paese torna l'incubo della guerra.
Dopo le strette di mano e le cerimonie di lunedì a Cartagena de las Indias, il Paese ha votato decidendo di respingere l'intesa siglata dal presidente Juan Manuel Santos e dal leader delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia, Rodrigo "Timochenko" Londono. Il quesito, di un'importanza storica, al quale sono stati chiamati a rispondere quasi 35 milioni di colombiani, era chiaro: "Sostiene l'accordo finale per terminare il conflitto e la costruzione di una pace stabile e permanente?". E la Colombia ha detto "no", sebbene lo scarto con i "sì" sia di poche decine di migliaia di voti.
Secondo le prime analisi di un voto-shock per il Paese, i "sì" si sono imposti nelle aree più colpite in questi anni dal conflitto, mentre i "no" hanno invece vinto nelle città. Nell'esito del voto ha pesato la forte astensione, pari a circa il 60%.
Per sottolineare l'enorme valenza storica del voto, Santos aveva citato Gandhi, per il quale "non c'è un cammino per la pace, ma la pace è il cammino. Questo è quanto oggi i colombiani devono ora assimilare: portare nei loro cuori, all'interno di sé stessi, la pace che è il cammino affinché i nostri figli e nipoti abbiano un paese migliore". I sondaggi, unanimi, sin dall'inizio avevano parlato di una vittoria dei "sì". Poi, sul finire dello spoglio, il colpo di scena: la vittoria del "no" che fa ripiombare il Paese nell'incubo della guerra.
Santos: "Cessate il fuoco è bilaterale e definitivo" - "Il cessate il fuoco è bilaterale e definitivo, non mi arrenderò: cercherò la pace fino all'ultimo giorno del mio mandato". Lo ha sottolineato il presidente colombiano Juan Manuel Santos, nel suo primo intervento dopo il referendum.
Nel precisare che il risultato del voto "non deve destabilizzare il Paese", Santos ha inoltre detto che intende convocare "le forze politiche" della Colombia, "in particolare quelle del 'no', al fine di ascoltarle e stabilire la strada da seguire". Il presidente ha inoltre annunciato che inviera' a L'Avana, dove in questi anni si sono svolte le trattative governo-Farc, un gruppo di negoziatori per informare i rappresentanti del gruppo guerrigliero sulla situazione e per cercare una via d'uscita alla crisi.