La risoluzione prevede il bando alle esportazioni tessili e il divieto alle importazioni di petrolio e gas naturale
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L'Onu torna a colpire la Corea del Nord con nuove sanzioni. Nella serata di lunedì il Consiglio di Sicurezza ha approvato all'unanimità una risoluzione che prevede il bando alle esportazioni tessili di Pyongyang e il divieto alle importazioni di petrolio e gas naturale verso la Corea del Nord fatta eccezione per una quantità da impiegare per il sostentamento della popolazione. Dura la reazione di Pyongyang: "Reagiremo con forza".
Stop alla fornitura di gas e prodotti petroliferi - La risoluzione prevede il "bando alle esportazioni tessili di Pyongyang", mentre sono state alleggerite rispetto al testo originario le sanzioni proposte su tutte le esportazioni di gas naturale e petrolio. Nel documento approvato dai Quindici, infatti, si afferma che "gli Stati membri devono vietare la fornitura diretta o indiretta, la vendita o il trasferimento alla Nord Corea di gas naturale e dei prodotti petroliferi raffinati, e Pyongyang non si deve procurare tali prodotti".
Fornitura limitata al sostentamento della popolazione - Si pone tuttavia un'eccezione consentendo la "fornitura, il trasferimento o la vendita a Pyongyang di tutti i derivati del petrolio sino a 500mila barili per un periodo di tre mesi a partire dal primo ottobre, e sino a 2 milioni di barili all'anno a partire dal primo gennaio 2018". Questo "a condizione che siano impiegati esclusivamente per il sostentamento della popolazione e che non generino profitti da investire nei programmi nucleari o balistici".
Inoltre si decide che tutti gli Stati membri vietino a loro cittadini o entità di agevolare o effettuare trasferimenti da una nave all'altra di qualsiasi merce od oggetto che vengono forniti, venduti o trasferiti da o per la Nord Corea. E si afferma che "gli Stati membri non devono fornire visti lavorativi a cittadini nordcoreani a meno che non vengano approvate esenzioni caso per caso" dall'apposito comitato.
Documento ammorbidito per via libera Cina e Russia, Kim Jong-un non sarà in "lista nera" - Non è invece compreso nel documento, il cui testo è stato ammorbidito per ottenere il via libera di Russia e Cina, l'inserimento del leader Kim Jong-un nella lista nera con divieto di viaggio e blocco degli asset finanziari, ma si amplia l'elenco di individui ed entità del regime soggetti alle misure restrittive. La risoluzione 2375, votata in risposta del test atomico del 3 settembre, è la nona con sanzioni per Pyongyang dal 2006, anno della prima detonazione nucleare.
Corea del Nord: "Reazione sarà forte" - Gli Stati Uniti devono aspettarsi "una risposta molto forte, con conseguenze insostenibili": è la reazione a caldo di Pyongyang alle nuove sanzioni imposte dall'Onu. "Finché avremo il nostro arsenale nucleare - afferma un funzionario nordcoreano alla Cnn - potremo garantire la sicurezza e la pace per il nostro Paese".
Pechino: "Adottate misure necessarie" - La Cina ha sostenuto il Consiglio di sicurezza dell'Onu nell'adozione di "misure necessarie" sull'ultimo test nucleare della Corea del Nord del 3 settembre, il più potente dei sei fatti. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Geng Shuang, secondo l'agenzia Nuova Cina. Pechino spera che le nuove sanzioni siano attuate in pieno, ribadendo l'opposizione ai sistemi antimissile Thaad in Corea del Sud. La crisi, secondo il rappresentante permanente cinese all'Onu Liu Jieyi, "deve essere risolta in modo pacifico".
Monito Usa: "La Cina rispetti le sanzioni" - Gli Stati Uniti lanciano un monito alla Cine che "deve rispettare le sanzioni imposte dall'Onu" alla Corea del Nord. Lo afferma il segretario al Tesoro americano, Steven Mnuchin. Se Pechino non rispetterà le sanzioni, "gli Usa agiranno", ha aggiunto Mnuchin che non ha escluso in tal caso sanzioni nei confronti di Pechino.
Seul: "Monito contro le provocazioni" - Le nuove sanzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu sono un "pesante" monito alla Corea del Nord, dato che altre provocazioni non potranno che aumentare le sue sfide diplomatiche ed economiche: le misure, si legge in una nota del governo sudcoreano, "rappresentano il rinnovato impegno della comunità internazionale a non tollerare lo sviluppo nucleare e missilistico di Pyongyang".
Premier giapponese Abe: "Sanzioni significativamente rigorose" - Il premier giapponese Shinzo Abe ha definito "significativamente rigorose" le sanzioni alla Corea del Nord approvate all'unanimità dal Consiglio di sicurezza dell'Onu. "E' importante attuare ulteriore pressione sul regime di Pyongyang, come mai prima d'ora, col fine di costringerlo ad adottare un nuovo atteggiamento. Apprezzo il fatto che la risoluzione sia stata adottata in maniera coordinata e spedita", ha detto Abe.
Ambasciatore Usa all'Onu: "Mondo deve fermare marcia verso il nucleare" - "Il mondo civilizzato deve fare quello che la Corea del Nord non sta facendo, ossia fermare la sua marcia verso la costruzione di un arsenale nucleare. La scelta è loro: se continueranno su questa strada continueremo ad aumentare la pressione, se decideranno di cambiare percorso il mondo vivrà in pace con loro". Così l'ambasciatrice americana alle Nazioni Unite, Nikki Haley, ha commentato le nuove misure restrittive adottate dal Consiglio di sicurezza Onu. Haley ha poi sottolineato che il risultato (anche Cina e Russia hanno votato sì al documento) "non sarebbe stato possibile senza la forte relazione costruita tra il presidente americano Donald Trump e il collega cinese Xi Jinping".
Perù espelle ambasciatore nordcoreano - Lima ha deciso di espellere l'ambasciatore della Corea del Nord per protestare contro le "ripetute violazioni" delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu e e il rifiuto di Kim Jong-un a porre fine al programma nucleare. L'ambasciatore nordcoreano a Lima, Kim Hak-Chol, ha ora cinque giorni per lasciare il Paese.