Una bomba è stata piazzata all'interno del luogo di culto, mentre un commando armato aspettava all'esterno i fedeli in fuga: quando i sopravvissuti all'esplosione sono usciti dalla moschea, gli attentatori hanno aperto il fuoco
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Un attentato contro una moschea di Al Rawdah, nel nord del Sinai, in Egitto, ha provocato 305 morti, di cui 27 bambini, e 128 feriti. Lo rende noto la Procura generale. L'attacco è stato condotto durante la preghiera del venerdì, piazzando una bomba all'interno del luogo di culto e sparando sui fedeli che fuggivano dopo l'esplosione. "Ci vendicheremo, le forze armate risponderanno con forza brutale", ha detto il presidente egiziano Al Sisi.
"Questo attentato non fa altro che renderci che più solidi, più forti e più uniti nella nostra lotta contro il terrorismo. La tristezza e il dolore che provano ora gli egiziani non sarà vano, da qui troveranno la forza per combattere l'estremismo", ha proseguito il capo di Stato egiziano.
Dopo aver piazzato l'ordigno, un commando armato aspettava all'esterno i fedeli in fuga: quando i sopravvissuti all'esplosione sono usciti dalla moschea, gli attentatori hanno aperto il fuoco con armi leggere e con lanciarazzi. Fonti citate dall'agenzia Ap hanno riferito che gli attentatori sono giunti sul posto a bordo di un fuoristrada 4x4.
Peggior attentato negli ultimi 4 anni, tre giorni di lutto nazionale - Si tratta del peggior attacco messo a segno in quattro anni di violenze nel Sinai da parte degli islamisti. L'ufficio del presidente Al Sisi ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale.
Al-Azhar condanna fermamente attentato - Al-Azhar, il più influente centro teologico e universitario dell'islam sunnita, basato a Il Cairo, ha condannato l'attentato terroristico contro la moschea di Al Rawdah nel Sinai settentrionale. Lo riferisce l'agenzia Mena citando dichiarazioni di Ahmed al-Tayeb, grande Imam di Al Azhar. Lo sceicco ha giudicato importante respingere con tutta forza possibile i terroristi e i loro crimini, ha sottolineato l'agenzia di stampa.
Il conflitto con i jihadisti nel Nord del Sinai - La tribù Al-Sawarka, dominante nella zona dell'attacco, aveva annunciato la propria partecipazione alla lotta contro l'Isis a fianco dell'esercito nel maggio dell'anno scorso. Concentrato soprattutto nell'angolo nord-est del Sinai, al confine con la Striscia di Gaza, da oltre quattro anni e mezzo è in corso un conflitto a bassa intensità tra forze di sicurezza egiziane e terroristi dello Stato islamico.
A combattere sono gli ex "Ansar Beit el-Maqdes", i "Partigiani di Gerusalemme", il principale gruppo jihadista egiziano basato nella penisola e ribattezzatosi "Stato del Sinai" nel quadro di un'alleanza-affiliazione con l'Isis annunciata nel novembre 2014.
La condanna del Papa: "Atto di brutalità" - Papa Francesco si è detto "profondamente addolorato per la grande perdita di vite umane causata dagli attacchi terroristici alla moschea. Il Pontefice ha espresso "la sua ferma condanna per un atto di brutalità contro civili innocenti riuniti in preghiera".