L'attentato a un posto di blocco vicino a Gerusalemme: leggermente ferito un poliziotto, mentre l'attentatrice è grave
© -afp
Una palestinese ha fatto detonare un ordigno sulla propria auto a un checkpoint a Malee Adumim, nei pressi di Gerusalemme, ferendo leggermente un poliziotto israeliano e rimanendo a sua volta gravemente ferita. Secondo la versione della polizia (contestata però dai palestinesi, che parlando di una semplice fiammata dall'airbag) la donna, fermata per un controllo, una volta scesa dall'auto ha gridato "Allah akbar" e ha fatto esplodere la carica.
La sollevazione palestinese, intanto, si estende ormai a tutto campo dalla Cisgiordania al territorio israeliano, e anche domenica centinaia di dimostranti hanno cercato di lanciarsi verso i reticolati di confine, tenuti però a distanza dal fuoco di avvertimento israeliano. E se dalla Striscia di Gaza continuano i lanci di razzi verso Israele, Tel Aviv risponde immancabilmente con raid aerei.
Proprio uno di questi ha ucciso, sabato notte, una giovane madre incinta di cinque mesi e la figlioletta di due anni. L'episodio che ha provocato la morte di Nur Hassan (30 anni) e della sua figlia Rahaf Yihia (2 anni) è avvenuto a Zaitun, in una nottata resa incandescente dal lancio di razzi dalla Striscia verso la vicina città di Ashqelon. La reazione dell'aviazione israeliana ha preso di mira, secondo l'esercito, "un'installazione di Hamas, dove si producevano ordigni". Ma nelle immediate vicinanze c'era l'abitazione degli Hassan: un sito di Hamas ha riferito che la casa "è stata letteralmente polverizzata dall'onda d'urto delle bombe israeliane esplose in un vicino campo di addestramento della resistenza", cioè del suo braccio armato. Dalle macerie sono stati estratti anche tre feriti.
Le violenze, però, si allargano a macchia d'olio: dopo la presunta autobomba di domenica mattina (a esplodere è stata una bombola di gas presente nell'auto della donna: per gli israeliani si è trattato di un attentato, per i palestinesi di un incidente), nella serata di domenica un arabo cittadino di Israele ha travolto tre israeliani in attesa dell'autobus nei pressi del kibbutz di Gan Shamuel e quindi li ha pugnalati, riducendo in fin divita una soldatessa prima di essere neutralizzato . E a Gaza e in Cisgiordania, secondo la Mezzaluna rossa, il bilancio della giornata di scontri tra manifestanti e polizia ed esercito è stato di oltre 300 feriti: di questi, decine sono stati colpiti da munizioni vere, 200 sono stati intossicati da gas lacrimogeni, oltre 50 colpiti da proiettili rivestiti di gomma. Considerati in genere "non letali", uno di questi proiettili ha tuttavia provocato oggi presso Ramallah la morte di un dimostrante palestinese di 13 anni.
Da parte sua, durante una drammatica seduta del Consiglio di difesa del governo, il premier Benyamin Netanyahu ha annunciato che Tel Aviv prenderà misure contro il Movimento islamico in Israele alla luce della "istigazione menzognera" sul cambiamento dello status quo alla Moschea Al-Aqsa. Il premier ha anche confermato il richiamo in servizio di sedici compagnie di riservisti della guardia di frontiera. E ha attaccato la deputata araba della Knesset Hanin Zuabi per aver invocato una "sollevazione di massa dei palestinesi a difesa della moschea". La leadership politica araba in Israele ha allora reagito con determinazione, preannunciando per i prossimi giorni uno sciopero generale e ribadendo che, malgrado il divieto del premier, deputati arabi si recheranno presto in visita alla moschea al-Aqsa.