STRAGE NELLA CITTA' CONQUISTATA

L'Isis fa strage a Palmira: 400 civili uccisi, quasi tutti donne e bambini

Sangue e morte nella città appena conquistata dai terroristi. Video choc dei jiahidisti: prigioniero legato a un palo e ucciso con un lanciagranate

24 Mag 2015 - 17:53

    © ansa

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Strage degli innocenti a Palmira, dove gli uomini dell'Isis hanno sterminato almeno 400 civili, la maggior parte dei quali donne e bambini. Lo riporta la tv statale siriana citata dal sito dell'agenzia Reuters. Le organizzazioni per i diritti umani avevano riferito finora che centinaia di cadaveri di soldati del regime erano disseminati per le strade della città, conquistata dai jihadisti.

Un altro video choc dell'Isis - Inoltre i militanti dello Stato islamico hanno commesso l'ennesima atrocità, le cui immagini sono state diffuse via web dagli attivisti del gruppo "Syria is being slaughtered silently" e ripreso da diversi media internazionali: un prigioniero legato a un palo viene ucciso con un lanciagranate. Il filmato, di un minuto e mezzo, mostra l'uomo colpito dalla granata e poi i terroristi che festeggiano la sua morte urlando "Allah è grande" e prendendo a calci il cadavere.

Provocazione Isis: "Michelle Obama prostituta" - E ancora, i terroristi lanciano l'ultima provocazione attraverso un articolo pubblicato sulla loro rivista propagandistica Dabiq, attaccando la First Lady, a cui danno addirittura un prezzo, "neanche un terzo di dinaro". Intitolato "ragazze schiave o prostitute", il folle articolo è scritto dalla "sposa della jihad" Umm Sumayyah Al-Muhajirah che difende persino il rapimento di ragazze, sfruttate poi dai jihadisti come schiave del sesso.

L'articolo sulla rivista della propaganda jihadista, ripreso da diversi media internazionali, attacca proprio chi condanna il rapimento e lo sfruttamento di giovani donne. "Qual è la vostra religione? O la vostra legge? Ditemi chi è il vostro signore? Come vi permettete di giudicare?", scrive la "sposa della jihad".

Pinotti: "Se serve faremo di più" - "L'Italia non si è tirata indietro sin dall'inizio e, se ci sarà bisogno di dare ancora una mano, ancora più forte, siamo pronti a deciderlo assieme al Parlamento". Lo ha detto Roberta Pinotti, ministro della Difesa, a margine delle celebrazioni della Grande Guerra.

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