Fonti della Difesa: è ancora presto per parlare di numeri. L'Italia dovrebbe avere il controllo dell'operazione e si profila un passaggio della misura in Parlamento
A proteggere la missione Onu in Libia sarà probabilmente un contingente di "200-300 militari di vari Paesi", non di 900 come detto in precedenza, e "l'Italia dovrebbe" partecipare con il contributo più rilevante di uomini, secondo fonti della Difesa. Si parla anche di un passaggio della misura in Parlamento. La spedizione di forze avverrà quando l'inviato Onu per la Libia Martin Kobler si trasferirà a Tripoli, ma è presto per parlare di numeri.
L'Onu, infatti, dicono le stesse fonti, ha presentato la sua richiesta all'intera comunità internazionale e occorre verificare anche i contributi degli altri Paesi all'operazione. Non saranno dunque inviati 900 soldati da Roma, come era stato detto da alcuni organi di informazione. Fonti di governo hanno chiarito che la notizia era destituita di ogni fondamento, come si poteva evincere dal punto stampa del premier Matteo Renzi al termine della riunione del Quint di Hannover.
L'indiscrezione: "Soldati per difendere i pozzi" - La notizia lanciata dal Corriere della Sera parlava invece di una richiesta precisa arrivata dal governo di Tripoli durante il vertice di Hannover a cui hanno partecipato Matteo Renzi, Barack Obama, Angela Merkel, David Cameron e Francois Hollande. Una forza di terra in grado di proteggere siti sensibili tra i quali i pozzi petroliferi. Tra i 600 e i 900 soldati da dislocare in Libia.
Il comando della mssione Onu sarà italiano? - Una missione, sempre secondo le indiscrezioni di stampa, che dovrebbe passare attraverso l'Onu (Tripoli potrebbe presto avanzare la richiesta). Il Palazzo di Vetro dovrebbe poi affidare al nostro Paese la guida dell'operazione e di conseguenza l'Italia potrebbe essere chiamata a dare la parte più cospiqua del contingente.
Anche lo Stato Maggiore smentisce - E dopo le fonti del governo la smentita su un invio imminente di uomini in Libia arriva anche lo Stato Maggiore della Difesa. "In riferimento ad un articolo pubblicato sul Corriere della Sera di oggi, che parla dell'invio di 900 militari in Libia, lo Stato Maggiore della Difesa comunica che la notizia è priva di qualsiasi fondamento", si riferisce in una nota.
Francia: pronti ad aiutare governo Libia su "sicurezza marittima" - La Francia invece esce allo scoperto e annuncia di essere pronta ad aiutare il governo di unità nazionale in Libia garantendo la sua "sicurezza marittima": lo ha detto il ministro della Difesa di Parigi, Jean-Yves Le Drian. "Bisogna aspettare che il primo ministro" Fayez al Sarraj "ci dica le misure di sicurezza che intende prendere e le sollecitazioni che conta di fare presso la comunità internazionale per garantire la sicurezza marittima della Libia. Noi siamo pronti", ha commentato il ministro a radio Europe 1.
Governo Tobruk invia primo carico di petrolio e sfida Tripoli - Intanto il governo libico con sede a Tobruk ha inviato il suo primo carico di petrolio sfidando l'esecutivo di unità che si è insediato a Tripoli, una mossa che potrebbe acuire le divisioni nel Paese. Il governo dell'est ha allestito la sua National Oil Company (Noc) affinché agisca parallelamente alla Noc con sede a Tripoli che è riconosciuta internazionalmente ed è l'unico rivenditore legittimo del petrolio libico.
Il carico inviato oggi è stato fatto partire a bordo della nave cisterna Distya Ameya, battente bandiera indiana, che è partita dal porto di Hariga nella notte con 650mila barili di greggio diretta a Malta. Ad annunciarne la partenza è stato il portavoce della Noc orientale, Mohamed al-Manfi. Le autorità di Tripoli hanno chiesto oggi al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite di bandire il tanker in questione e la direzione portuale di Malta ha fatto sapere che la nave non è autorizzata ad attraccare e ogni richiesta in tal senso verrà rifiutata.