Sul London Bridge un pulmino ha investito i passanti. Altri civili accoltellati a Borough Market. Gli aggressori gridavano: "E' per Allah"
Morte e terrore sabato sera a Londra dove un commando ha seminato il panico. L'attacco è cominciato sul London Bridge, dove un furgone ha investito diversi passanti. Altri civili sono stati poi accoltellati a Borough Market. I tre attentatori, freddati dalla polizia, sono stati identificati, ma le loro generalità non sono state rese note. Sette le vittime, 48 i feriti. L'Isis ha rivendicato l'attacco. La May: "Abbiamo tollerato troppo, ora basta".
Domenica sera, dopo quasi 24 ore dal massacro, è quindi arrivata la rivendicazione che tutti si attendevano. L'Isis, attraverso il suo "organo di stampa" Amaq, si è attribuito l'attentato di Londra, che sarebbe stato opera dei suoi "combattenti". Il sigillo del "Califfato" è arrivato al termine di una giornata all'insegna delle indagini sui profili dei tre terroristi, uccisi a loro volta dalla polizia, e alla caccia ai possibili fiancheggiatori. Al momento, nei vari blitz compiuti dalla polizia, sono in tutto 14 le persone finite in manette.
La dinamica dell'attacco - Secondo quanto ricostruito, sabato sera, nel breve volgere di 8 minuti, i terroristi hanno preso di mira passanti e turisti in giro fra London Bridge e i locali di Borough Market: simboli della 'bella vita' londinese. L'orrore è iniziato con un pulmino a noleggio lanciato a 80 km all'ora sui pedoni lungo il ponte di tutte le cartoline di Londra (all'imbocco del quale le autorità comunali avevano chiesto invano di mettere delle barriere), ed è poi proseguito con accoltellamenti all'impazzata al grido "questo è per Allah", sia per strada, sia in un pub e in un ristorante di Borough Market. L'attacco è terminato solo quando i tre terroristi sono stati colpiti dalla raffica di fuoco della polizia, che ha sparato oltre 50 colpi.
Il bilancio dell'attentato - Alla fine il bilancio è di sette morti, oltre ai tre killer. I feriti sono quarantotto, 21 dei quali in gravi condizioni. Fra le vittime anche un canadese, un francese e persone di nazionalità non ancora identificata, mentre non risultano al momento italiani coinvolti.
Tra i feriti anche un passante colpito per errore da uno dei proiettili degli agenti.
Prima vittima identificata, è una donna canadese - E' canadese la prima vittima identificata pubblicamente con nome e cognome fra le sette persone che hanno perso la vita nell'attacco terroristico di sabato sera a Londra. Si chiamava Christine Archibald, secondo quanto riferito dalla sua famiglia in una breve dichiarazione inviata alla Ctv, emittente del Canada, e rimbalzata poi sui media britannici. La famiglia esprime il suo dolore e ricorda il lavoro di "Chrissy" in un ospizio per senzatetto prima del trasferimento in Europa per raggiungere il fidanzato.
I blitz della polizia e i 14 fermi - Nella giornata di domenica le indagini si sono concentrate, fra raid, perquisizioni e fermi, a Barking e a East Ham, popolosi sobborghi ai margini della swinging London.
Di mira viene presa per prima l'abitazione di uno dei terroristi: un uomo sposato con figli, non un ragazzo. I vicini lo descrivono come un papà dai modi gentili. I killer sono stati tutti identificati (uno di loro, racconta un residente di Barking, sarebbe stato cacciato dalla moschea locale), ma la polizia mantiene il riserbo sull'identità per non compromettere le indagini.
A Barking la polizia ha fermato 12 persone, 8 uomini e 4 donne, mentre in un secondo blitz a East Ham in manette sono finiti altri due uomini.
La premier May: "L'estremismo islamico dietro gli attacchi" - "Questo è il terzo attacco in tre mesi in Gran Bretagna, e da marzo la sicurezza ha sventato cinque attentati", ha detto Theresa May sottolineando che "siamo di fronte a un nuovo trend: le azioni non sono collegate tra loro, ma il terrorismo chiama terrorismo e gli aggressori vengono ispirati da altri aggressori. Alla base degli attacchi c'è l'estremismo islamico". La May ha poi rivendicato "i valori di pluralismo" del Regno Unito, che sono "superiori" a quelli dei predicatori estremisti.
Alfano agli inglesi: "Uniti nel dolore, non siete soli" - "Siamo uniti nel dolore ai familiari delle vittime e ai feriti, in questi terribili atti di violenza a Londra. Non siete soli". Lo ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri, Angelino Alfano. A esprimere vicinanza e cordoglio anche gli Stati Uniti: "Siamo pronti a fornire qualsiasi assistenza che sarà dalle autorità britanniche".
Leader islamici Gb condannano gli attacchi - Dura condanna degli attentati da parte dei leader islamici in Gran Bretagna: "Siamo inorriditi e infuriati". Harun Khan, segretario generale del Muslim Council of Britain, ha parlato di "attacchi di violenza scioccanti. I musulmani si sentono ovunque oltraggiati e sono disgustati da questi codardi che ancora volta distruggono le vite di nostri compatrioti britannici". Il fatto che tutto ciò sia accaduto nel pieno del Ramadan "dimostra che queste persone non rispettano la vita, né la fede", ha concluso Khan, dedicando le sue preghiere alle vittime.
London bridge bar now. Police everywhere pic.twitter.com/0gWH9jhgdX
— James Yates (@Yatesy17) 3 giugno 2017
Primi racconti dell'orrore: in 3 contro una donna - Emergono i primi racconti dell'orrore dall'inferno di Londra. Fra questi impressiona la vicenda di una donna investita su London Bridge dalla furia congiunta dei tre aggressori. Infierivano con i coltelli contro di lei, ha riferito un testimone oculare, Gerard Vowls, con gli occhi ancora sbarrati. "Gridava, chiedeva aiuto", ha raccontato, dicendo di aver cercato di fare qualcosa, lanciando contro i tre "sedie e bottiglie" prese in un bar. "Ma loro a quel punto hanno cominciato ad avvicinarsi a me, per cercare di accoltellarmi, tiravano coltellate a tutti, gente malvagia, davvero malvagia".
"Vorrei sapere se quella ragazza è ancora viva - ha proseguito Vowls - l'ho cercata in giro per un'ora e mezzo piangendo, ma non non ne ho trovato traccia, non sapevo cosa fare". Anche il barista Alex Martinez ha parlato di momenti spaventosi: "Ho visto un uomo con un coltello in mano che gridava qualcosa. Ho capito che stava succedendo qualche guaio e mi sono nascosto in un bidone dell'immondizia".
Police cordon is put up at #LondonBridgeStation pic.twitter.com/d2hgzKvOLG
— Kaine Pieri (@PieriKaine) 3 giugno 2017