Il direttore generale della Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana pone l'accento sulla necessità di dare documenti a chi fugge da guerra e persecuzioni
"Sta crescendo il popolo dei diniegati, che nel corso dell'anno potrebbe arrivare al numero di 40.000 migranti. Serve valutare, da parte del Governo, la possibilità di un permesso di soggiorno umanitario per evitare che si crei un popolo di invisibili, sfruttati". E' quanto ha affermato mons. Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes della Cei, intervenendo ieri al Convegno del Cvm a Porto San Giorgio (Fermo), dal titolo "Frontiere umane, Popoli migranti".
"Le Commissioni territoriali di fatto stanno operando sulla base di una lista dei paesi sicuri e stanno negando una forma di protezione internazionale o umanitaria talvolta a 9 su 10 dei richiedenti. Questa situazione creerà un fenomeno grave, perché il Governo non sarà in grado di rimpatriare le persone, le persone stesse si renderanno irreperibili e sul territorio si creerà una situazione di insicurezza per le persone migranti o residenti", ha detto Perego.
"Occorre utilizzare uno strumento che il Testo unico sull'immigrazione prevede, cioè un decreto del presidente del Consiglio che offra la possibilità di un permesso umanitario per le persone in fuga da disastri ambientali, da persecuzione politica e religiosa, da sfruttamento grave", ha aggiunto il direttore della Migrantes.
La proposta della Cei va quindi ad arricchire il dibattito in corso nell'Unione Europea relativo alla gestione dei flussi migratori. Al momento il piano principale resta quello proposto dal presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker che attraverso un portavoce ha fatto sapere che l'accordo con la Turchia è lo strumento principale per bloccare gli ingressi irregolari: "La Commissione ha un Piano A ed è quello di far funzionare l'intesa Ue-Turchia".
Le istituzioni comunitarie rispondono così alle indiscrezioni pubblicare dalla "Bild" secondo cui diversi Paesi starebbero lavorando a un "Piano B" in caso di fallimento dell'accordo sui migranti, la cui attuazione è messa ancora piu' a rischio dalle dimissioni del premier turco Ahmet Davutoglu. Bruxelles ritiene che l'accordo abbia finora prodotto risultati, in quanto i numeri degli arrivi dei migranti in Grecia èsignificativamente diminuito, e continua tuttora oggi con appena 75 arrivi dalla Turchia sulle isole greche.
All'odierna direzione del Pd il premier Matteo Renzi ha criticato apertamente la posizione assunta dall'Unione europea: "L'Europa continua a inseguire la strada della paura. Il Brennero è l'esempio più concreto, ahimé non l'unico. Quando hai scommesso su un'Europa che non abbia confini interni ma a fronte di questo non hai il coraggio di essere conseguente appena emerge un piccolo segnale di difficoltà o disagio, ti mostri poco credibile agli occhi della tua gente". "Se crei fantasmi o credi ai fantasmi creati da altri - ha proseguito il Presidente del Consiglio - chi è più bravo ad alimentare paure e generare mostri, vince sempre".