EMERGENZA IMMIGRAZIONE

Strage, localizzato barcone naufragio Procura: "Cadaveri incastrati dentro"

Il governo di Tripoli intanto ha annunciato lo spiegamento di uomini armati per fronteggiare l'emergenza. A rintracciare la barca affondata il 18 aprile è stata la Marina militare italiana

07 Mag 2015 - 21:34

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La Marina italiana ha rintracciato il barcone affondato il 18 aprile. Nell'incidente persero la vita oltre 750 immigrati, ma durante i soccorsi furono trovati i corpi di solo 24 vittime. "All'interno del relitto ci sono molti cadaveri", ha reso noto la Procura di Catania, che indaga sul naufragio. Intanto il governo di Tripoli ha annunciato che pattuglierà con uomini armati i punti nevralgici della costa da cui partono i clandestini verso l'Italia.

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Il relitto, lungo 21 metri e largo otto, è adagiato di chiglia a 375 metri di profondità e, spiega la Marina, è "correlabile con il relitto del barcone inabissatosi il 18 aprile". Sul posto è stato immerso il robot teleguidato "Pluto Gigas" che ha raggiunto il relitto, l'ha filmato e fotografato. Le immagini sonar ad alta risoluzione e quelle video e fotografiche sono state esaminate in tempo reale dal personale a bordo dei cacciamine e, ad Augusta, presso il Comando Forze di pattugliamento della Marina, dagli inquirenti: oltre ai magistrati, personale della Mobile di Catania e i difensori dei due presunti scafisti indagati.

L'orrore dentro il relitto - Le immagini che dal fondo del mare sono rimbalzate sugli schermi del comando della Marina sono agghiaccianti: nei pressi del relitto si vede il corpo di un uomo e, all'interno dello scafo e anche nel ponte più basso, numerosi corpi. "Al fine di tutelare la dignità delle vittime tutte le immagini sono state secretate, ad eccezione di quelle allegate al verbale", sottolinea la procura di Catania, che ha autorizzato la Marina a diffondere le foto meno scabrose, cosa che la Forza armata ha fatto su Twitter.

Le misure di Tripoli - Il piano di Tripoli è stato presentato dal governo all'Autorità per l'immigrazione illegale libica. Le altre misure riguardano, in due casi, un "miglioramento" dei centri di detenzione; il "tentativo di deportare i detenuti nei loro paesi di origine"; e "il rivolgersi agli Stati di origine, come Mali, Niger e Somalia, attraverso il ministero degli Esteri al fine di collaborare per fermare il flusso di immigrati verso la Libia attraverso i confini meridionali".

"Cooperazione con l'Ue" - "L'esecutivo di salvezza nazionale conferma poi l'importanza della cooperazione con l'Ue nella lotta contro il fenomeno dell'emigrazione clandestina dalla Libia ed è al momento impegnato ad aprire vie di mutua cooperazione", si legge nella nota diffusa del governo non riconosciuto dalla comunità internazionale.

Arrestati 600 migranti - Intanto le autorità libiche hanno già arrestato a Sabrata, a ovest di Tripoli, quasi 600 migranti (tra i quali anche una donna e 18 bambini) che si apprestavano a partire per l'Italia a bordo di un peschereccio. A riferirlo è l'agenzia libica Lana, la quale cita il portavoce del dipartimento immigrazione della polizia, Mohamed Al-Ghawail.

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