Oltre a lui, le forze dell'ordine hanno fermato almeno 500 persone tra la folla scesa in piazza per manifestare contro la corruzione e per chiedere le dimissioni del premier Medvedev
Il capo dell'opposizione russa, Alexei Navalny, è stato prima fermato dalla polizia e poi incriminato per aver violato la legge che regola manifestazioni e cortei. E' accaduto durante una manifestazione indetta dallo stesso leader politico nel centro di Mosca contro la corruzione. Navalny è stato caricato su un pulmino e centinaia di persone hanno rincorso il veicolo urlando contro la polizia. Dura condanna degli Usa: "Affronto a democrazia".
Navalny rischia multa, lavori obbligatori, arresto - Il leader avrebbe violato l'articolo 20.2 del codice amministrativo russo che regola le procedure per organizzare manifestazioni e cortei, ha detto un portavoce della polizia di Mosca alla Tass, e rischi quindi "una multa, lavori obbligatori o l'arresto" per violazione amministrativa.
L'appello ai suoi: "Continuate con la protesta" - Poco dopo il fermo Navalny aveva twittato, rivolgendosi ai suoi sostenitori: "Grazie per il vostro sostegno, io sto bene, sono stato portato alla stazione di polizia e sto discutendo con gli agenti del mio film su Medvedev. Ma oggi l'ordine del giorno è la protesta contro la corruzione, non il mio fermo. Continuate a manifestare in modo pacifico e godetevi la bella giornata di sole".
La folla agli agenti: "Fascisti" - Al momento dell'arresto di Navalny, la folla aveva assaltato il mezzo delle forze dell'ordine urlando "fascisti, liberatelo". La tensione è salita alle stelle e sono state fermate almeno 500 persone, con tafferugli segnalati anche a San Pietroburgo. Secondo la polizia, a mosca sono scese in piazza circa 8mila persone chiedendo anche le dimissioni del premier Dmitry Medvedev.
Venerdì il Cremlino aveva fatto sapere che le manifestazioni nel centro di Mosca sarebbero state interpretate come una provocazione illegale.
Usa condanna gli arresti: "Affronto alla democrazia" - Gli Usa "condannano fermamente gli arresti di centinaia di manifestanti pacifici in Russia" e "chiedono al governo russo di rimetterli subito in libertà". Lo afferma in una nota Mark Toner, portavoce del Dipartimento di Stato Usa, sostenendo che "fermare dei manifestanti pacifici, degli osservatori dei diritti dell'uomo e dei giornalisti è un affronto ai valori democratici fondamentali".