UN BUSINESS DA DUE MLD DI DOLLARI

Russia: "Turchia fa affari con l'Isis" Pentagono replica: "Accuse assurde"

Per il viceministro della Difesa russo, i proventi ammontano a due miliardi di dollari l'anno. Mosca sostiene inoltre di aver individuato tre rotte per il trasporto di greggio. Il presidente turco replica: "Nessuno può calunniarci"

02 Dic 2015 - 18:06

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Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan "e la sua famiglia" nonché "le più alte autorità politiche" della Turchia "sono coinvolti" nel "business criminale" del traffico illecito di petrolio proveniente dai territori occupati dall'Isis in Siria e in Iraq. A sostenerlo è il viceministro della Difesa russo, Anatoli Antonov, secondo il quale i proventi di questo traffico ammontano a due miliardi di dollari l'anno.

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Antonov ha quindi definito la Turchia come "il consumatore principale di questo petrolio rubato ai proprietari legittimi della Siria e dell'Iraq".

"Scoperte tre rotte del petrolio in Turchia" - La Russia sostiene inoltre di aver individuato tre percorsi attraverso i quali il petrolio dell'Isis giunge in Turchia. "Sono state individuate - ha detto il vice capo di Stato maggiore russo, Serghiei Rudskoi - tre rotte principali per il trasporto del petrolio verso il territorio turco dalle zone controllate dalle formazioni dei banditi in Siria e in Iraq".

"Raid russi hanno dimezzato profitti petrolio" - Rudskoi ha poi posto l'accento sull'intervento militare russo in Siria, dove i raid aerei hanno dimezzato i proventi del traffico illegale di petrolio da parte dell'Isis. Secondo il vice capo di Stato maggiore, i profitti sarebbero scesi "nel giro di due mesi" da tre milioni di dollari al giorno a 1,5. "Negli ultimi due mesi - ha aggiunto - in seguito ai raid dell'aviazione russa sono stati distrutti 32 raffinerie di petrolio, 11 impianti petrolchimici, 23 complessi per il pompaggio del petrolio e 1.080 autocisterne".

Erdogan: "Nessuno può calunniarci" - Secca la replica del presidente turco. "Nessuno può lanciare calunnie contro la Turchia sull'acquisto di petrolio dall'organizzazione terroristica Daesh", ha detto Erdogan. "Nel momento in cui potranno provarlo mi dimetterò, come dovrebbero fare quelli che non possono provare le loro accuse", ha aggiunto.

Il Pentagono interviene in difesa di Ankara
- "Rifiutiamo categoricamente l'idea che la Turchia stia lavorando con l'Isis. E' totalmente assurdo". Così il portavoce del Pentagono Steve Warren reagisce alle accuse di Mosca secondo cui Erdogan "e la sua famiglia" sono coinvolti "nel traffico illecito di petrolio" con l'Isis. "La Turchia partecipa attivamente ai raid della coalizione contro i jihadisti", ha detto Warren.

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