Per il presidente Usa si paventa l'accusa di ostruzione della giustizia, ma lui: "Nessuna collusione, le indagini lo dimostreranno". Intanto le Borse, spaventate dall'incertezza politica, crollano: tonfo Wall Street
Ostruzione della giustizia: è questa la pesante accusa che si stende su Donald Trump e che potrebbe aprire la strada a un procedimento di impeachment. Intanto il dipartimento di giustizia americano ha nominato un commissario speciale per sovrintendere le indagini federali sul Russiagate: l'incarico è stato affidato all'ex direttore dell'Fbi, Robert Mueller. La bufera di critiche che fa tremare Washington e la Casa Bianca non risparmia le Borse mondiali.
Tensione sui mercati internazionali - I listini, spaventati dall'incertezza, chiudono tutti in rosso dall'Asia all'Europa, dove Milano è maglia nera con -2,3%. Tonfo per Wall Street, che chiude archiviando la peggiore seduta del 2017. Il Dow Jones perde l'1,76%, in quello che è il calo maggiore da otto mesi. Il Nasdaq cede il 2,57%. Lo S&P 500 lascia sul terreno l'1,80%, la peggiore perfomance da settembre.
Preoccupano gli scandali a Washington - A preoccupare gli investitori è il susseguirsi di scandali a Washington che vedono come protagonista Trump. Se non fosse bastata la condivisione di informazioni classificate con la Russia prima, ad agitare sono le indiscrezioni sulla richiesta del presidente all'ex direttore dell'Fbi, James Comey, di mettere fine alle indagini su Michael Flynn, l'ex consigliere alla sicurezza nazionale di Trump travolto dal Russiagate. Rumors che se verificati potrebbero configurarsi nel reato di ostruzione alla giustizia e possibile impeachment.
Trump sarà costretto a lasciare come Nixon? - Un caso questo che rievoca il precedente di Richard Nixon. I paralleli fra le due presidenze si spingono al di là della politica e sono anche economici, con gli esperti che ritengono che se l'amministrazione Trump dovesse rivelarsi come quella Nixon, e quindi costretta a lasciare, gli investitori devono prepararsi a una correzione del 40%.
Robert Mueller commissario speciale sul Russiagate - Il commissario speciale scelto da Trump, Robert Mueller, fu nominato direttore dell'Fbi nel 2001 da George W.Bush ed ha ricoperto quell'incarico fino al 2013. Mueller viene autorizzato a perseguire ogni reato penale che dovesse emergere dalle indagini. La mossa di Trump viene vista come un tentativo di placare le polemiche proprio sul Russiagate dopo la decisione del presidente americano di licenziare il capo dell'Fbi, James Comey.
Trump: "Nessuna collusione, le indagini lo dimostreranno" - "Non vedo l'ora che questa vicenda si chiuda velocemente", ha commentato Trump. "Le indagini sul Russiagate, ha aggiunto, "dimostreranno che non c'è stata collusione tra la mia campagna e alcuna entità straniera. Nel frattempo non smetterò mai di combattere per la gente e per le questioni che più interessano il futuro del nostro Paese".
Flynn avvertì il team Trump che era indagato - Secondo quanto riporta il New Yorn Times, Michael Flynn aveva avvertito il team di Donald Trump che era indagato per il suo lavoro di lobbista per la Turchia durante la campagna elettorale. E lo ha fatto settimane prima dell'insediamento del tycoon alla Casa Bianca. Nonostante questo il presidente lo nominò consigliere per la sicurezza nazionale, dandogli così accesso alle informazioni più segrete degli 007 americani.