LA POLEMICA

Schiaparelli, l'Asi: "Test pre-lancio affidati a ditta romena"

Il planetologo Enrico Flamini denuncia lo scarso zelo dell'Esa, che per risparmiare tempo e denaro non ha affidato le opportune verifiche ad aziende specializzate

19 Nov 2016 - 12:25

All'Agenzia Spaziale Italiana non è andato giù il fatto di essere stata additata come responsabile del lancio-flop della sonda Schiaparelli, schiantatasi - durante la missione ExoMars - sul suolo del Pianeta Rosso, per colpa dei retrorazzi prontamente spenti dal computer di bordo prima ancora dell'atterraggio del lander. In un articolo pubblicato su AirPress, rivista di aerospazio, Enrico Flamini, il capo del team scientifico dell'Asi, va all'attacco dell'Agenzia Spaziale Europea: i controlli chiesti dall'Italia prima di mandare in orbita Schiaparelli non sono stati fatti per risparmiare tempo e denaro, e ci si è accontentati di una simulazione al pc.

Secondo la ricostruzione di Flamini, il lander Schiaparelli, una volta entrato ad una velocità di 21mila km/h nell'atmosfera di Marte, viene frenato dall'atmosfera del pianeta fino a 1650 km/h. A questo punto, la sonda apre il suo paracadute e accende i retrorazzi per frenare ancora di più: è l'inizio della fine. Schiaparelli comincia ad oscillare pericolosamente e ciò avrebbe mandato in tilt i computer di bordo, che ricevono informazioni contrastanti: per l'altimetro la sonda si trovava a 2000 metri di quota, per i giroscopi a -10, ossia come se il lander fosse sotto il suolo di Marte.

Il pc ha preferito non selezionare l'informazione corretta dell'altimetro, ma quella falsa dei giroscopi: i motori sono stati dunque spenti dopo solo tre secondi e il lander non ha potuto far altro che schiantarsi. Ebbene, secondo Flamini tutto ciò poteva essere evitato. L'Asi, infatti, aveva più volte chiesto all'Esa di effettuare un test prima del lancio della sonda, che avrebbe potuto verificare il comportamento del lander - nonché del paracadute e dei retrorazzi - al contatto con l'atmosfera terrestre. Una verifica importante anche per l'atterraggio su Marte.

L'Italia aveva anche chiesto che tali fondamentali test venissero condotti dalla Swedish Space Corporation, azienda esperta di lanci dalla stratosfera. Ma l'Esa, secondo Flamini, ha preferito affidare tali verifiche alla romena Arca, non avente una competenza specifica in questo ambito. Il motivo? Probabilmente per risparmiare tempo e denaro (circa 1 milione di euro). Arca, peraltro, non è nemmeno riuscita ad allestire il test e gli europei hanno deciso di affidarsi a simulazioni al computer prodotte da una società inglese.

Le parole di Flamini, dunque, confermerebbero una non diretta responsabilità italiana nel fallimento che ha coinvolto il Schiaparelli, ma al contrario una scarsa esperienza, o perlomeno zelo, dell'Agenzia Spaziale Europea. Nonostante il 19 ottobre 2016 si sia assistito a un evidente insuccesso, ci sarà modo di rifarsi tra pochi anni: nel 2020 dovrebbe toccare il suolo di Marte un rover semovente in grado di prelevare rocce. Sperando che stavolta sia davvero un nuovo inizio per la ricerca astronomica.

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