Ankara replica: i nostri soldati impegnati in attività di routine di addestramento e a proteggere la zona. Nessuna mira territoriale
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Il dispiegamento delle truppe turche nel nord dell'Iraq, nella regione di Mosul, sotto il controllo dell'Isis dal giugno 2014, è una "violazione delle norme internazionali, delle leggi e della sovranità nazionale dell'Iraq". Lo ha detto il presidente dell'Iraq, Fuad Massum. Pronta la risposta di Ankara: "I nostri soldati fanno un'attività di routine per addestrare e proteggere la zona. La Turchia non mira al territorio di nessun Paese".
Il presidente iracheno ha dunque criticato l'iniziativa turca come un ulteriore elemento di tensione nell'area. Il governo di Baghdad aveva già chiesto ad Ankara di "ritirare immediatamente" i soldati. Fonti turche sostengono però che la presenza delle loro truppe sia stata avallata dal presidente della regione autonoma del Kurdistan iracheno, Massud Barzani.
Oltre a parlare di una attività di routine nella zona, il premier di Ankara Ahmet Davutoglu replica che "le nostre priorità sono il benessere e la sicurezza dell'Iraq e della Siria".
Usa: minacce imminenti al nostro consolato a Istanbul - Intanto, il Dipartimento di Stato Usa ha lanciato un'allerta per imminenti minacce alla sicurezza del consolato americano a Istanbul, secondo quanto si legge in una nota dell'Osac (Overseas Security Advisory Council), in cui si consiglia ai connazionali di evitare la zona.
Nella nota i cittadini americani vengono incoraggiati a "mantenere un alto livello di vigilanza e a prendere le misure appropriate per rafforzare la sicurezza personale".