NELLA CAPITALE

Turchia, autobomba esplode nel centro di Ankara: 37 morti e 125 feriti

Secondo i media locali si è trattato di un attacco kamikaze. La zona colpita è vicina a quella in cui il 17 febbraio un'altra deflagrazione uccise 28 persone.Erdogan si vendica: raid sui curdi nel nord dell'Iraq

14 Mar 2016 - 10:25
 © twitter

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Almeno 37 persone, tra cui due kamikaze, sono morte e 125 sono rimaste ferite in una violenta esplosione nel centro di Ankara. La deflagrazione è stata provocata da un attacco suicida con un'autobomba. L'attentato è avvenuto alle 18.30 locali, in una zona vicina a quella in cui il 17 febbraio un'altra autobomba uccise 28 persone. Dalle prime indagini emergerebbe che l'attacco sarebbe opera di militanti curdi del Pkk o di un gruppo affiliato.

Stando a quanto emerso, erano da poco passate le 18.30, ora di punta del traffico domenicale, quando un'auto carica di esplosivo si è schiantata contro un autobus nei pressi di una fermata, dove si trovavano diversi altri veicoli, alcuni dei quali hanno preso fuoco. Un attacco suicida destinato a fare una strage, visto che lì si trovavano decine di persone in attesa di mezzi pubblici e minibus. Tra i feriti ci sono anche sette poliziotti.

Era donna uno dei 2 kamikaze - Una dei due kamikaze era una donna. Si tratta dell'ex studentessa universitaria turca Seher Cagla Demir, che si sarebbe unita al Pkk curdo nel 2013. E' quanto scrive il quotidiano Sozcu, citando fonti vicine alle indagini.

Terzo attentato ad Ankara in meno di 5 mesi - Solo due giorni fa, l'ambasciata americana ad Ankara aveva inviato un messaggio di allerta ai suoi cittadini. Il nuovo attacco al cuore della capitale turca mette a nudo la fragilità di un Paese che pare sotto assedio. Solo ad Ankara, è il terzo attentato suicida con decine di morti in 5 mesi. Le modalità di quest'ultima azione ricordano da vicino quelle dell'autobomba del 17 febbraio, che aveva causato 29 morti, prendendo di mira mezzi militari.

Erdogan: "Ancora più determinati nella lotta contro il terrorismo" - Il premier Davutoglu ha subito convocato una riunione urgente di sicurezza nazionale con il Capo di Stato maggiore, mentre il presidente Recep Tayyip Erdogan, che si trovava a Istanbul, ha deciso di rientrare con urgenza nella capitale, affidando la sua reazione ad un comunicato. "A seguito dell'instabilità nella regione, negli ultimi anni la Turchia è stata oggetto di attacchi terroristici", scrive il presidente, senza indicare alcuna organizzazione specifica. Di fronte ad azioni che "minacciano l'integrità del nostro Paese", continua la nota, "proseguiremo la lotta al terrorismo con ancor più determinazione".

L'ipotesi di un attentato a firma curda - Dopo l'attacco di ottobre alla stazione di Ankara, attribuito dal governo all'Isis come quello del 12 gennaio a Istanbul, per l'autobomba del mese scorso le autorità avevano puntato il dito contro i curdi del Pkk attivi in Turchia e quelli siriani del Pyd, nonostante una successiva rivendicazione del gruppo estremista curdo Tak.

L'attacco avviene mentre la Turchia è impegnata in conflitti su diversi fronti, dentro e fuori i suoi confini. Nel sud-est del Paese, le operazioni contro il Pkk hanno causato in questi mesi centinaia di morti, con decine di coprifuochi in vigore per mesi nei centri urbani. Una guerra intestina che ha spinto i gruppi curdi più radicali, come appunto il Tak, a minacciare rappresaglie nel resto della Turchia. Il partito filo-curdo Hdp, presente in Parlamento, ha subito condannato l'attacco.

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