I Falconi per la liberazione del Kurdistan hanno voluto "rispondere alle politiche del presidente Erdogan". I militanti hanno minacciato altri attacchi
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Il gruppo Falconi per la liberazione del Kurdistan, Tak, ha rivendicato l'attentato di Ankara in cui mercoledì hanno perso la vita 28 persone. "E' una risposta alle politiche del presidente Recep Tayyip Erdogan", hanno scritto minacciando altri attacchi. La rivendicazione è apparsa sul sito web del gruppo, in passato legato al Pkk. I militanti hanno rivelato che l'attentatore era un ragazzo turco di 26 anni.
Secondo le dichiarazioni del Tak l'attentatore non sarebbe quindi il curdo-siriano Saleh Necar individuato dal premier turco Ahmet Davutoglu, ma il militante Abdulbaki Sonmez, nome in codice Zinar Raperin.
Questo il testo del comunicato apparso sul sito internet del gruppo: "Lo scorso 17 febbraio, la sera, un attacco suicida è stato compiuto da un guerriero del sacrificio contro un convoglio militare della Repubblica turca fascista ad Ankara...L'attacco è stato sferrato dal Battaglione Immortale dei Tak".
I militanti avevano rivendicato anche l'attacco della notte del 23 dicembre all'aeroporto Sabiha Gokcen di Istanbul, in cui un'addetta alle pulizie era rimasta uccisa e un'altra ferita durante una sparatoria.
In totale 20 fermi - Intanto sono 20 le persone fermate dalle autorità turche in 8 diverse province con l'accusa di aver contribuito all'organizzazione dell'attentato. Lo riferiscono fonti della procura della capitale turca.