Poco meno di 1000 documenti sarebbero stati concessi negli ultimi due anni dal governo di La Valletta. Si richiede un contributo di 650mila euro e un investimento da 150mila in azioni o bond
Cittadinanza europea vendesi. A Malta, dove le autorità avrebbero distribuito centinaia di passaporti a persone extracomunitarie in cambio di forti somme di denaro negli ultimi due anni: di fatto, una vera e propria messa in vendita dell'accesso all'Ue. I documenti vengono concessi a personaggi benestanti che hanno fatto ricche donazioni al governo e pagato cash per fare acquisti nell'isola senza poi effettivamente venire a risiedervi.
Il programma, come racconta Politico.eu, richiede un contributo di 650mila euro per il fondo di sviluppo nazionale e un investimento da 150mila euro in azioni o bond del governo. Dare la cittadinanza alla moglie o al figlio costa fino a 50mila euro. In questo modo si ottiene un documento che assicura viaggi liberi da visto in almeno 166 Paesi del mondo. Chi aderisce deve anche avere una proprietà del valore di 350mila euro a Malta per almeno un anno che certifichi una residenza nel Paese.
Kurt Farrugia, portavoce del primo ministro Joseph Muscat, ha detto che almeno 700 passaporti sono stati distribuiti a persone non europee da quando il programma è stato lanciato, nel 2014. Questi documenti hanno finora fruttato almeno 200 milioni di euro per Malta. Ma dal governo è arrivata una lista di più di 900 persone alle quali sarebbe stato concesso lo status di cittadino maltese soltanto l'anno scorso.
Pesanti le accuse contro un programma che compromette il concetto di cittadino europeo, che genera potenziali rischi per la sicurezza e che procura un'ipotetico ingresso secondario per i russi in fuga dalle sanzioni emesse contro il loro Paese.
"Se io non avessi un bel po' di amore e simpatia, e anche rispetto per Malta, direi che queste sono pratiche degne di una repubblica delle banane, che vanno subito fermate nell'Unione europea", dice Frank Engel, deputato di centrodestra al Parlamento europeo. Ana Gomes, socialista, dice che iniziative simili "mettono a rischio l'integrità di Schengen" e dovrebbero essere bloccate subito.
E ancora, il lettone Robert Zile, ex ministro delle Finanze: "La cittadinanza è qualcosa che va guadagnato, non semplicemente messa a disposizione di gente con tanti soldi".