Un legame troppo stretto tra politica e auto
Sarà anche internazionale, ma il Salone di Francoforte è una vetrina dellʼauto tedesca. Di più, è lo specchio dellʼindustria automobilistica tedesca, dei suoi umori, dei suoi investimenti e anche delle sue esigenze, da affidare ai politici tedeschi. Un settore che vale 400 miliardi di euro di fatturato lʼanno e dà lavoro a 800 mila addetti, indotto escluso. E la politica risponde eccome, basterebbe riguardare le foto dellʼaccoglienza della cancelliera Angela Merkel da parte dei grandi costruttori tedeschi allʼinaugurazione della 67° edizione dello IAA di Francoforte.
Chi legge tra le righe, dice che è per questo che molti costruttori europei hanno dato forfait al Salone. I francesi di Peugeot (ma no Citroen), gli italo-americani di FCA, i sino-svedesi di Volvo e qualche nome di riguardo giapponese non hanno voluto immischiarsi in una liaison ‒ quella tra la cancelliera, impegnata peraltro in campagna elettorale ‒ e i costruttori tedeschi. A questi la Merkel ha chiesto coraggio per uscire dalle ferite del dieselgate, investendo in tecnologie e impegno sul fronte del rispetto ambientale, ma ha pure annunciato che il Fondo nazionale contro lʼinquinamento urbano passerà da 500 milioni a un miliardo di euro. Incentivi, in poche parole. Ha pure invitato le Case auto a proporre incentivi per facilitare il ricambio del parco circolante, eliminando quello più obsoleto.
Ad ascoltare la cancelliera in cerca del suo ennesimo mandato cʼera il gotha delle quattro ruote tedesche. Col numero uno di Daimler-Benz Dieter Zetsche si è anche intrattenuta a parlare e poi ha scambiato osservazioni con Matthias Mueller, amministratore delegato di Volkswagen e Rupert Stadler di Audi, e lʼA.D. di BMW Harald Krueger. Per finire, dopo il discorso, la Merkel ha visitato i padiglioni: Francoforte è enorme, il salone più impegnativo al mondo per i visitatori a caccia di novità e sorprese, e così la cancelliera ha ristretto il campo soltanto ad “alcuni” stand: Bmw, Volkswagen, Porsche, Daimler, Opel, Ford, Audi e Bosch. Tutte ma proprio tutte (Ford inclusa che ha sede a Colonia dal 1945) tedesche!