E con la Bullitt una vita come Steve McQueen
Dopo 33 mila unità vendute in Europa, Ford Mustang si rifà il trucco e non solo. Aggiorna entrambi i motori ‒ 290 CV il 4 cilindri 2.3 e 450 CV il V8 5.0 ‒ e arriva un super automatico da 10 rapporti. Ma cʼè pure un nuovo sistema elettronico che migliora le cambiate del manuale, e infine gli ammortizzatori “MagneRide”. Tgcom24 è andata a Nizza per la prova su strada, sia della Convertible con capote in tela multistrato che della coupé.
Il look del “cavallo” da battaglia prediletto di Ford non è proprio stravolto, pochi ritocchi che donano qualcosa in più in termini di eleganza. Il cofano si è fatto più spiovente e integra due prese d’aria, dietro il paraurti ha il diffusore e due scarichi rinnovati per il 2.3 e quattro per il 5.0. Le dimensioni restano le stesse (4.784 mm di lunghezza) ma ci sono tre nuove tinte (11 in totale) e nuovi cerchi da 19 pollici. Per chi le vuole, le classiche bande nere da “Muscle car” che partono dal cofano e attraversano l’auto ci sono. Allʼinterno si nota subito il nuovo quadro strumenti, uno schermone digitale da 12 pollici settabile in varie configurazioni, ma grazie a Dio restano quei bellissimi interruttori cromati, tanto pratici quanto nostalgici. Pelle, Alcantara e finiture in alluminio, non c’è che l’imbarazzo della scelta e poi fa la sua comparsa un nuovo pulsante d’accensione, circondato da una luminescenza rossastra che pulsa al ritmo di 30 battiti al minuto.
Entrambi i motori sono stati aggiornati: il V8 5.0, grazie al nuovo sistema d’iniezione diretta ad alta pressione, guadagna potenza e arriva a 450 CV, con 529 Nm di coppia massima. Il 2.3 Ecoboost subisce gli “eco-aggiornamenti” e perde qualche cavallo, ma 290 con coppia a 440 Nm non sono pochi. Sia il V8 che il 4 cilindri possono essere dotati di uno stratosferico 10 marce automatico (o di un 6 marce manuale), preciso negli innesti, molto fluido e rapidissimo: un cambio elettronico, basato sulla tecnologia “Rev-matching” di Ford. I consumi calano e migliorano le prestazioni: 4,6 secondi da 0 a 100 con la V8 manuale, che scendono a 4,3 con l’automatico. Il 2.3 mantiene gli stessi valori in manuale, ma scende a 5,5 secondi sullo 0-100 in automatico. L’assetto conferma lo schema a 4 ruote indipendenti, con Multilink posteriore, ma il retrotreno è stato irrigidito e, in opzione, sono disponibili nuove sospensioni magnetiche, che regolano istantaneamente il funzionamento adeguandolo al terreno e allo stile di guida.
Altra novità all’insegna del divertimento sta nel Launch Control, che consente di partire a razzo, e nel Line Lock che blocca i freni anteriori: tu acceleri, il posteriore inizia a sgommare, poi lasci i freni e parte, sempre a razzo! Due sistemi di serie su entrambe le motorizzazioni. La V8 può essere ulteriormente sonorizzata con lʼapp che setta le modalità di guida, salite ora a 7, tra cui “Drug Strip” che serve a ottimizzare le partenze da fermo e “My Mood” che consente personalizzazioni particolari (sound, risposta del motore e altro). Volendo, si può staccare tutto, basta premere il tasto dell’ESP per 5 secondi. Al volante dobbiamo tessere le lodi del V8 con il 10 marce automatico: coppia e fluidità di guida, già in “Sport”, mettono in condizione di divertirsi sul serio. Più morbido e gestibile il 2.3, ma anche molto più accessibile dal punto di vista economico.
Quanto ad elettronica, arriva il Sync 3, perfettamente interattivo sia con Apple che con Android. Per la sicurezza, i sistemi integrano: la frenata automatica con riconoscimento dei pedoni e il mantenimento della corsia di marcia. L’auto arriverà entro l’estate. Il discorso prezzi è ancora nebuloso, ma non dovrebbe scostarsi dagli attuali listini. Dove arriverà anche la Mustang Bullitt, un’edizione davvero ricca e pepata (chi la vuole dovrebbe sbrigarsi a ordinarla), che nasce in onore della mitica GT Fastback guidata da Steve McQueen in uno degli inseguimenti cinematografici più famosi della storia. Il motore è ovviamente il V8, ma ancora più potente con i suoi 464 CV. Peccato non ci sia l’automatico a 10 rapporti, visto che il modello deve essere il più possibile fedele all’originale. E quando poi si accende il quadro, si viene gratificati da una schermata di benvenuto tutta particolare, che richiama il film.