Parlando delle innumerevoli proposte che invadono le redazioni italiane, Giulia Ichino, editor narrativa italiana Mondadori, sottolinea che la gente scrive sempre di più su se stessa: "Ci sono infiniti memoir ed è la cosa che va meglio. Ci sono storie autobiografiche di ogni tipo, di amori, di malattie, di morte, di droghe, di formazione". Poi, continua Ichino, "c'è il genere storico e quello d'amore e sentimentale. Qui riscontriamo esiti molto imitativi nei confronti dei modelli stranieri del momento. Senza dimenticare il filone futuribile che va dai romanzi apocalittici, sulle sorti di un mondo senza più fonti d'energie, alle vicende con alieni, che per lo più vengono scartate". A proposito dell'effettiva qualità dei manoscritti made in Italy, il dato più evidente è che molti aspiranti autori non hanno sviluppato uno stile autonomo, ma fanno riferimento a modelli televisivi o cinematografici, spesso senza rendersene neppure conto. Agli elementi più discutibili fanno da contraltare, però, alcuni elementi favorevoli: "Le competenze di scrittura degli italiani, spiega Ichino, nel complesso sono migliorate sia come padronanza della lingua comune, sia come diffusione degli elementi di base della narrazione".