Vita sociale

Rompiscatole: i modi per difendersi

Ecco le strategie di sopravvivenza

01 Ott 2012 - 17:04
 © Getty

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C'è il denigratore, quello che ti fa sentire sempre in colpa, oppure il perpetuo arrabbiato che aggredisce verbalmente in continuazione. E poi ci sono i falsi, i mediocri, i nevrotici, i superbi e i lamentosi: in una parola, siamo circondati dai rompiscatole. Il problema non è solo convivere con soggetti sgradevoli che vorremmo  opportuno limitarsi ad ignorare; spesso si tratta di persone nocive che ci avvelenano e ci complicano la vita. Per questo è necessario imparare a riconoscerli e neutralizzarli, o per lo meno, arrivare a "gestirli". 

Le persone di questo genere sono purtroppo un vero esercito e con caratteristiche anche molto diverse, tanto da essere protagoniste di un manuale di sopravvivenza, uscito in Spagna dove ha riscosso un notevole successo, e ora in arrivo anche nel nostro Paese, con il titolo "E' facile liberarsi dei rompipalle se sai come farlo", edito da  Caracciolo. L'autore, lo psicologo e life-coach argentino Bernardo Stamateas, identifica ben tredici tipologie di "rompiscatole" ed elabora per ciascuno di esse la tattica più opportuna per metterla fuori gioco in maniera sana. 
Scrive Stamateas nell'introduzione: "Quotidianamente, in tutti gli ambiti della nostra vita, conviviamo un numero sorprendente di persone nocive. Sul lavoro, in famiglia, nelle istituzioni, persino tra gli amici si annidano individui la cui personalità è per noi 'tossica': ci fa stare male, ci toglie serenità, influenza negativamente le nostre azioni e i nostri pensieri. Si può proprio dire che ci 'ammalano la vita'!". Il vero problema,, continua l'autore, di là del dolore che queste persone possono provocare, sta nella necessità di porre un limite alla loro azione senza fare a nessuno, in primo luogo a se stessi. 
Ecco allora la suddivisione dei "rompiballe" in tredici differenti tipologie, con una strategia e soluzioni pratiche per riconoscerle e neutralizzarle immediatamente. Per fare qualche esempio, tra le persone "tossiche" in pole position ci sono i colpevolizzatori, perché "il senso di colpa è uno dei sentimenti più negativi che possa provare l'essere umano, e allo stesso tempo uno dei metodi più diffusi per manipolare gli altri", In effetti, il senso di colpa è un'emozione che ci paralizza, e porta con sé vendetta, rabbia e auto danneggiamento. La via per non essere coinvolti passa attraverso la liberazione da tutti i paradigmi falsi che spesso ci guidano. Significa, ad esempio, imparare la capacità di chiedere scusa quando si sbaglia, ma di essere e sentirsi responsabili solo delle proprie decisioni, non di quelle altrui.
Un altro "rompiscatole" di primo grado è chi ha l'abitudine di aggredire verbalmente. Queste persone, spiega Stamateas  "con le loro risposte taglienti e acuminate ci sorprendono, ci lasciano muti, senza parole". In questi casi, per stabilire una comunicazione dobbiamo saper tenere sotto controllo i nostri più bassi istinti, ma insieme costruirci uno scudo per esistere alla loro violenza. Ma le tipologie sono numerose e comprendono l'invidioso, il denigratore, il falso, lo psicopatico, il mediocre, il pettegolo, il capo autoritario, il nevrotico, il manipolatore, l'orgoglioso, il lagnoso. Da tutti loro dobbiamo imparare a guardarci, ma anche a convivere. Bisogna imparare a trattare senza rinunciare ai nostri diritti e soprattutto cercare la via per l'autonomia mentale. Infine, non dimentichiamo un minimo di autocritica: in fondo, un po' rompiballe lo siamo tutti.  

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