Toponomastica

8 marzo: le città non sono in "rosa"

Poche le vie e le piazze dedicate alle donne

07 Mar 2013 - 16:48
 © Dal Web

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Le città non amano il rosa. Sono infatti poche le vie o le piazze intitolate a personaggi donna. In media, i luoghi urbani "al femminile" sono nel nostro Paese appena il 7% del totale. La città con la toponomastica più "in rosa" è Perugia, con il 18% dei luoghi intestati a donne, seguita da Bolzano, a quota 16% e Napoli, al 13,4%. In coda si piazzano Roma e Arezzo, entrambe ferme al 2,3%. 

L'istantanea della toponomastica al femminile nelle varie città d'Italia è stata scattata in vista dell'8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, dal docente di Roma Tor Vergata Enzo Caffarelli, il quale ha censito 47 capoluoghi utilizzando anche i dati del sito www.toponomasticafemminile.it. La panoramica, pubblicata su Anci Rivista, vede – alle spalle di Perugia, Bolzano e Napoli - una discreta presenza di luoghi dedicati a donne nelle città di Frosinone, con il 13% del totale, Siracusa e Caltanissetta (11,2%), Trento (10,4%), Messina (9,8%), Catania (9,5%), Viterbo (9,4%) e Cosenza (8,3%). Le città in cui le donne sono celebrate meno della media nazionale sono invece Arezzo, con il 2,3% di odonimi (ovvero il nome proprio assegnato a una via, a una piazza, a ogni area di circolazione, del suolo pubblico o aperto al pubblico destinato alla viabilità), e Roma. Nella Capitale, in particolare, su 14.270 strade, solo 336 sono dedicate a donne. Va male anche a Pordenone (2,4%), Potenza (3,2%), Trieste (3,3%), Belluno (3,4%), Vicenza (3,6%), Gorizia (3,7%), e Padova (4%). 
Non solo mancano i personaggi femminili della politica, dell'arte e della letteratura: anche le donne legate al mondo dello spettacolo sono gradualmente scomparse dalle targhe sugli angoli delle strade e delle piazze. La loro presenza è passata dal 40% delle intitolazioni più lontane, fino al 26% e al 15% del XXI secolo. A Roma fra attrici, cantanti e altre figure professionali legate al cinema, le strade dedicate a donne sono 37 contro le 151 degli uomini. Ci sono per fortuna alcuni esempi virtuosi da parte di amministrazioni comunali che stanno cercando, in controtendenza, di dare più spazio ai personaggi femminili:  a Mirano (Venezia) nel 2011 il vicepresidente della Commissione Pari opportunità (e per la cronaca si tratta di un uomo, Mauro Genovese) per cambiare il volto a un comune le cui strade parlavano prevalentemente maschile, ha proposto i nomi di una quindicina di donne. E' da ricordare anche Ravenna, un caso emblematico per il numero e la qualità delle intitolazioni femminili: in città esiste ad esempio la via Maestra Giacomina e il giardino Maestra Malvina, oltre al recente esempio di via Emanuela Setti Carraro, in cui la donna uccisa dalla mafia viene commemorata indipendentemente dal marito, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
L'indagine ha anche censito, utilizzando i dati Seat Pagine Gialle di tutti i comuni, i nomi di donne più presenti nelle insegne stradali: i personaggi femminili che vedono il loro nome impresso su almeno 100 strade in tutta Italia sono 21, di cui 13 sono sante. Ci sono poi due regine (Margherita e Elena), due scrittrici (Grazia Deledda e Ada Negri), la nobildonna giurista del XIV secolo Eleonora d'Arborea, la pedagogista Maria Montessori e la piccola Anna Frank.  

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