Prime misure dopo la strage di Lampedusa, attribuiti 210 milioni di euro aggiuntivi per affrontare l'emergenza flussi
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Il consiglio dei ministri chiamato a correggere i conti ha dato un primo segnale per fronteggiare l'emergenza immigrazione dopo la strage di Lampedusa. Approvato l'istituzione di un Fondo di 190 milioni di euro per fronteggiare "l'eccezionale afflusso di stranieri", mentre il fondo per l'accoglienza ai minori è incrementato di 20 milioni. Via libera ad un decreto che concede ai rifugiati di ottenere il permesso di soggiornanti di lungo periodo.
Lo stanziamento di 210 milioni di euro è contenuto nel dl sulla manovra e punta a rispondere in modo più adeguato alle esigenze causate da un flusso di migranti che ha superato quota 30mila.
Il decreto legislativo recepisce la prima di tre direttive comunitarie di estensione della protezione internazionale e del diritto di asilo. Il premier Enrico Letta lo ha definito un primo "intervento importante", cui seguirà poi "una serie di misure che garantiscano un'integrazione e che consenta sul tema del diritto di asilo di avere maggiore certezza. Lo dico - ha sottolineato - perché attorno a queste tragedie è bene che anche la nostra pubblica opinione sappia che il grande cambiamento che in questi anni è avvenuto dopo il crollo dei regimi in alcuni paesi arabi produce un esodo che è diverso da quello degli anni '90, dovuto a ragioni economiche, ma ha a che fare con i diritti umani, in particolare con il tema dell'asilo".
Maggiori certezze, dunque, e maggiori diritti per i rifugiati. Questo l'obiettivo del decreto che attua la direttiva Ue 51 del 2011, per il cui mancato recepimento la Commissione europea aveva avviato nello scorso luglio una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia. Fino ad ora i rifugiati non potevano ottenere il permesso di 'lungo soggiorno'. Ora lo potranno fare, con la conseguenza che - a differenza di quanto accadeva fino ad oggi - i titolari di protezione internazionale muniti del permesso di 'lungo soggiorno' potranno stabilirsi, a determinate condizioni (ad esempio, per motivi di lavoro), in un secondo Stato membro. L'attuazione della direttiva agevola quindi la mobilita' dei rifugiati tra i Paesi dell'Unione Europea.
Inoltre, il provvedimento elimina per gli stranieri beneficiari di protezione internazionale ed i loro familiari l'onere di documentare la disponibilità di un alloggio idoneo. Si esclude anche l'obbligo di superare un test di conoscenza della lingua italiana ai fini del rilascio del permesso di soggiorno di lungo periodo. Per il rilascio del permesso ai titolari di protezione internazionale, nel calcolo dei cinque anni necessari a maturare lo status, si computa il periodo di soggiorno compreso tra la data di presentazione della domanda di protezione internazionale e la data del rilascio del permesso di soggiorno per asilo o per protezione sussidiaria.