Il neosegretario all'assemblea del Pd: "Voglio essere ribelle cambiando il quotidiano. Parleremo il linguaggio della franchezza". Il premier: "Con un Pd forte anche l'Italia ce la farà ad uscire dalla crisi"
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"Restiamo ribelli per cambiare l'Italia", dice Renzi all'assemblea del Pd che gli consegna il partito. Per partire con il programma si aspetta solo la Legge di Stabilità. Ma Renzi sfida Grillo: "Noi rinunciamo ai rimborsi e tu ti impegni sulle riforme. Se non ci stai sei un buffone" e lancia l'hashtag su Twitter #beppefirmaqui". Durissima la risposta di Grillo: "Chiacchiere, Pd ridia i soldi".
Obiettivo di Renzi è mettere mano alle riforme e cambiare il Paese. A partire dalla legge elettorale, da fare entro gennaio se non si vuole "perdere la faccia". Il piano d'attacco prevede un patto alla tedesca, quello che si è visto fare alla Merkel: riforme punto per punto con tempi stabiliti. Entro gennaio un progetto di legge per semplificare le regole del lavoro e farlo uscire "dall'era ideologica". A seguire: modifica della Bossi-Fini, unioni civili, fine del Senato elettivo, web tax in Europa (con stoccata all'Agcom: "I siti li chiudono i giudici").
Renzi: "Patto alla tedesca" - Da gennaio il neoleader appunto chiede "un patto alla tedesca" per i prossimi 15 mesi. Che abbia al primo punto il lavoro: "Entro un mese presenteremo un grande progetto di legge" per semplificare le regole, il cosiddetto job act, perché il governo deve mettere in campo un "gigantesco piano per il lavoro". Nel patto di coalizione il leader del Pd chiede l'eliminazione della Bossi-Fini e anche, "che piaccia a Giovanardi o no" le unioni civili. Tempi stringenti anche per il capitolo delle riforme: entro gennaio il primo via libera della Camera alla riforma elettorale "altrimenti perdiamo la faccia" e entro la legislatura il superamento del Senato "come carica elettiva" con la riduzione dei parlamentari.
L'ultimo capitolo del patto di governo è una nuova rotta per l'Europa: "Tutto il Pd aiuterà Enrico Letta nel semestre Ue", promette, a condizione che a Bruxelles si capisca che "l'Europa non è il nostro salvatore e senza l'Italia non si va da nessuna parte". Letta dalla platea annuisce: prendendo la parola subito prima di Renzi si era detto certo che "ora il Pd è il baricentro della democrazia Italia" dopo che neanche sei mesi fa aveva rischiato "la fine" nella mancata elezione del presidente della Repubblica. Il premier lascerà l'assemblea soddisfatto subito dopo l'intervento del neoleader: "Bene la sfida a Grillo, molto bene la spinta per le riforme, benissimo sull'Europa. Uniti siamo imbattibili".
Grillo: "Solo chiacchiere" - "La sorpresa di Renzi? Una scoreggina di un chiacchierone". Irriverente come sempre, Beppe Grillo risponde alla sfida di Renzi che gli aveva chiesto di rinunciare alle barricate facendo aderire M5S al suo pacchetto di riforme in cambio di una rinuncia ai circa 40 milioni di euro dei rimborsi elettorali del Pd.
"Subito al voto" - Grillo è tornato a chiedere elezioni immediate: "Si sciolga il Parlamento e al voto con il Mattarellum. Sarà il prossimo Parlamento a fare la nuova legge elettorale", ha scritto su Twitter lanciando l'hashtag "#renziecaccialagrana". Il M5S sembra essere compatto nel rimandare al mittente la sorpresina di Renzi. "E' tutto chiacchiere e marketing. I 40 milioni di euro dei rimborsi elettorali deve restituirli agli italiani, non a noi", hanno replicato i gruppi parlamentari del MoVimento 5 Stelle. "Fa finta di non capire e propone accordicchi da Prima repubblica, camuffati da slogan. E' ridicolo su questo tema proporre un do ut des".
Il discorso aggressivo del nuovo segretario del Pd e' stato accolto con cautela nel Nuovo Centro Destra e con qualche timore tra i centristi che stanno studiando le aperture di Renzi su unioni gay e Ius soli. Il vicepremier e leader di Ncd, Angelino Alfano, ha definito l'intervento di Renzi decisamente di sinistra ma non si è scomposto più di tanto: "noi abbiamo come interlocutore Letta, con lui noi abbiamo fatto un patto per il governo troverà lui il modo di mettere d'accordo le parti", ha spiegato, giudicando positivo il patto di governo per tutto il 2014. Alfano ha anche attaccato Renzi sul suo terreno chiedendogli di chiudere con il finanziamento pubblico ai partiti sin da subito e non dal 2017 come prevede il decreto del governo.
Forza Italia resta un po' alla finestra e decide di attaccare tutti - specialmente Alfano - attraverso Renato Brunetta: "Se non fosse uno spettacolo triste, sembrerebbe una sit comedy ambientata in un college. Tre matricole (Renzi, Letta e Alfano) costrette ad abitare insieme e che si sopportano pur di non essere sfrattati dal padrone, che è il corpo elettorale. Uno, Alfano, da parente povero, promette obbedienza e governi lunghissimi", attacca il capogruppo azzurro alla Camera.