L'ultimo numero in edicola alla fine di luglio. Il direttore Landò attacca il Pd, il Cdr: "Ci hanno ucciso". Renzi: "Se fosse nella disponibilità del Partito democratico non chiuderebbe"
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Dal primo agosto L'Unità sospende le pubblicazioni: per la terza volta nella sua storia, e a 90 anni esatti dalla sua nascita, lo storico quotidiano fondato da Antonio Gramsci lascia le edicole. Gli azionisti della Nie in liquidazione non hanno trovato l'intesa su nessuna delle ipotesi sul tavolo. "Ci sono riusciti: hanno ucciso L'Unità", commenta il Cdr. "E' sorprendente che il Pd non sia riuscito a trovare una soluzione", tuona il direttore Luca Landò.
Proprio Landò annuncia per mercoledì "un numero speciale vuoto, in bianco". "I segnali arrivati dal Pd sono stati non di aperto sostegno, ma un po' ambigui: il riferimento all'Unità come brand conteneva l'indicazione di un interesse più al nome che al contenuto", insiste il direttore. E' evidente il richiamo all'"azionista di riferimento" e al suo leader, quel premier Renzi che a giugno, all'assemblea del partito, aveva parlato dell'opportunità di "tutelare il nostro brand", tornando a chiamare "le nostre feste 'feste dell'Unità'".
"I lavoratori agiranno in tutte le sedi per difendere i propri diritti", annunciano i giornalisti della testata. "Oggi è un giorno di lutto per la comunità dell'Unità, per i militanti delle feste, per i nostri lettori, per la democrazia. Noi continueremo a combattere guardandoci anche dal fuoco amico". Accanto a loro la Fnsi, che auspica tutti gli sforzi possibili "per tentare il ritorno in edicola" e la Cgil, che con Susanna Camusso e gli ex segretari Cofferati, Epifani e Pizzinato chiede al Pd di mettere in campo "tutta la sua autorevolezza e il suo peso".
Bonifazi: "Lo riapriremo" - "L'Unità deve vivere. E' una voce che nessuno ha mai zittito", scrive Pierluigi Bersani, su Facebook e Twitter. Renzi in serata ritwitta le parole del tesoriere del Pd Francesco Bonifazi, per il quale il giornale fondato da Antonio Gramsci è stato sospeso "non per colpa del Pd ma di chi ha fatto debiti per 30 miliardi". "Noi - scrive ancora Bonifazi - manteniamo la promessa: riapriremo l'Unità". In un altro tweet Renzi risponde ad un follower per il quale l'Unita non deve essere nella disponibilità del Pd e di Renzi. "Purtroppo non lo è - ribatte Renzi - se lo fosse non chiuderebbe".