La sorella del magistrato ucciso dalla mafia 23 anni fa ha parlato di un "antimafia di facciata" e di "polemica costruita funzionale a qualcosa"
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"Questo è l'inizio dell'ennesimo buco nero: la nostra storia, e non parlo solo di quella palermitana, di buchi neri ne ha troppi". Rita Borsellino, sorella del magistrato ucciso dalla mafia 23 anni fa, ha commentato così l'intercettazione shock di Crocetta pubblicata da L'Espresso e smentita dalla Procura di Palermo. "Questa polemica pilotata e costruita sulle pagine dei giornali temo sia strumentale e funzionale a qualcosa", ha aggiunto.
"Mio fratello Paolo ha parlato proprio qui a casa Professa nel suo ultimo, sofferto, discorso di qualche 'Giuda': oggi mi è venuta in mente questa parola, chissà perché". Queste le parole di Lucia Borsellino al termine dell'incontro "Legami di memoria" organizzato dall'Arci e da Left a Palermo, in occasione dell'anniversario della strage di via D'Amelio.
"E' vero che c'è un'antimafia di facciata, e che c'è sempre stata un'antimafia utilizzata per fare carriera", prosegue la Borsellino. "Oggi se ne parla di più perché l'informazione è diversa rispetto a vent'anni fa, ma guai se ci scoraggiamo e se torniamo a chiuderci nelle nostre case".