Ok alla fiducia sul maxiemendamento al ddl Cirinnà, gli azzurri: "Nuova maggioranza". Alfano: "Impedita rivoluzione contronatura", è bufera. Battaglia a Palazzo Madama: le foto - Il testo del maxiemendamento
© ansa
Il Senato ha accordato la fiducia al governo posta sul maxiemendamento al ddl Cirinnà sulle unioni civili. I sì sono stati 173, 71 contrari, nessun astenuto. M5s è uscito dall'Aula al momento del voto. Il provvedimento passa ora alla Camera. Il sì dei verdiniani ha scatenato l'ira di Fi che ha chiesto a Renzi di salire al Colle per formalizzare la nuova maggioranza. Polemiche su Alfano che ha detto: "Impedita una rivoluzione contronatura".
Con i 173 sì, il ddl Cirinnà ha passato la prova dell'Aula del Senato con 12 voti in più della teorica maggioranza assoluta di Palazzo Madama. Un bottino non indifferente che, però, ha esposto il Pd alle critiche delle opposizioni, secondo le quali i 18 voti a favore espressi oggi dal gruppo dei verdiniani sono ormai indispensabili per la tenuta dell'esecutivo. Tesi che i dem respingono con fermezza: quelli di Ala, sottolineano, sono voti "aggiuntivi" e non determinanti.
Renzi: "Giornata storica, ha vinto l'amore" - E' una giornata che "resterà nella storia, ha vinto l'amore" esulta Matteo Renzi, sottolineando che "se, come minaccia qualcuno, andrò a casa perché 'colpevole' di aver ampliato i diritti, lo farò a testa alta".
Per il ministro Maria Elena Boschi il ddl "è un contributo alla felicità delle persone" mentre il Guardasigilli Andrea Orlando parla di "legge che unirà il Paese più di quanto abbia diviso il Parlamento".
Alfano: "Abbiamo impedito rivoluzione contronatura", polemica - In mattinata era stato Angelino Alfano a scatenare l'ultima polemica sul ddl Cirinnà. "Abbiamo impedito una rivoluzione contronatura", aveva infatti sottolineato il ministro dell'Interno scatenando la reazione e della sinistra e dell'intero Pd, con Lorenzo Guerini che lo invita ad evitare "uscite infelici".
I "compromessi" sul ddl Cirinnà - Ma la polemica è lo specchio dell'odissea che al Senato ha segnato l'iter del ddl, privato alla fine, oltre che dell'obbligo di fedeltà di quella stepchild adoption che divideva Pd e maggioranza. Mentre decisiva per tenere compatto il Pd è stata la scelta di salvare, nell'ultima riformulazione, la libertà dei giudici che decideranno sui futuri ricorsi di coppie gay in merito all'adozione speciale. E' un via libera che, dopo le mille piazze arcobaleno e il Family Day, scontenta le posizioni più "estreme", con le associazioni Lgbt che annunciano nuove proteste di piazza per un accordo giudicato al ribasso e Massimo Gandolfini, presidente del "Comitato Difendiamo i nostri figli", che tuona: "Renzi avrà una risposta al referendum costituzionale".
Gli schieramenti dentro il Parlamento - E dentro al Palamento le divisioni non sono state da meno, vedendo nell'ordine, la trincea di Ap e quella, contro le adozioni, dei Cattodem, le resistenze di Giovani Turchi e minoranza Pd a cancellare la stepchild e le barricate dell'opposizione del centrodestra contro il canguro Marcucci e la questione di fiducia. Punti, questi ultimi, che hanno causato lo sgretolamento della fragile alleanza Pd-M5S, deflagrata nel sonoro "vaffa" pronunciato contro Renzi e il Pd dal 5S Alberto Airola e con l'uscita dall'Aula al momento del voto.
Il voto favorevole dei verdiniani e la polemica sulla "nuova maggioranza" - Alla fine il sì alle unioni civili arriva dalla maggioranza di governo, meno 2 senatori Dem (Manconi e Casson) e 6 di Ap, con Maurizio Sacconi che non nasconde la "delusione" per la gestione, da parte del suo partito, dell'accordo. Non determinante per il voto ma di certo "ingombrante" è invece il sì alla fiducia di Denis Verdini, che poco dopo rilancia con una nota "il contributo essenziale" dato da Ala per l'ok al ddl.
Contributo sul quale la minoranza Pd rumoreggia. "Se c'è un accordo" strutturale "si apre un caso politico", osserva Federico Fornaro dopo una riunione al Senato alla quale, Roberto Speranza, è chiamato a "sedare" i malumori della sinistra Pd prima del voto. "Il voto di Ala non certifica l'ingresso in maggioranza" precisa in serata Orlando mentre il presidente emerito Giorgio Napolitano spazza via con una battuta l'eventualità (richiesta dalle opposizioni) di un passaggio di Renzi al Colle. "Una passeggiata forse...", scherza Napolitano che poi si fa serio e spiega che quelli di Verdini "sono voti aggiuntivi e non sostitutivi" di una maggioranza che l'ex capo dello Stato reputa di per sé "compatta".
Salvini: "Ha vinto l'amore tra Renzi e Verdini" - Matteo Salvini ironizza con sarcasmo sul commento di Matteo Renzi via Twitter a proposito dell'ok alla fiducia sulle unioni civili. "Il Senato approva le #unionicivili - cinguetta il segretario della Lega -. #Renzi: ha vinto l'amore. Sì, quello fra Renzi e Verdini. Che schifo".