Escluso per sempre dalle contrattazioni con lo Stato chi ha ricevuto una condanna superiore al cinque anni
© ansa
Il ddl anticorruzione arriverà a breve sul tavolo dei Consiglio dei ministri. Tra le varie misure contenute, ce ne sarà anche una più volte annunciata dal M5s, il cosidetto "Daspo" ai corrotti. Come anticipa "Repubblica", il testo proposto dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, renderà perpetua l'esclusione dalle commesse pubbliche per quegli imprenditori condannati con una pena superiore ai due anni.
In altre parole, il provvedimento renderà impossibile per un condannato in via definitiva per corruzione avere a che fare per tutta la vita con la pubblica amministrazione.
Nella relazione allegata al disegno di legge c'è la lista dei reati per il quali verranno applicate l'interdizione dai pubblici uffici e appunto il Daspo: malversazione aggravata dal danno patrimoniale grave,abuso d'ufficio aggravato dal vantaggio o dal danno di rilevante gravità, corruzione propria, corruzione attiva, corruzione per l'esercizio della funzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, peculato, concussione, istigazione alla corruzione, traffico di influenze illecite.
L'imprenditore corrotto non eviterà il Daspo nemmeno dopo aver scontato positivamente la pena con l'affidamento ai servizi sociali e nemmeno dopo aver ottenuto la riabilitazione. Persino chi ha ottenuto la sospensione condizionale della pena oppure ha scelto la via del patteggiamento potrà ricevere il Daspo e l'interdizione dai pubblici uffici.
"Il disegno di legge - ha assicurato da parte sua il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede - farà dell'Italia, che ora è il fanalino di coda, il Paese capofila nella lotta alla corruzione a livello internazionale". Bonafede ha parlato addirittura di "una riforma rivoluzionaria. Tutti devono sapere - ha sottolineato - che ci si può fidare nel nostro Paese, che si può investire senza il timore di essere danneggiati da chi usa la corsia preferenziale della corruzione. E che, finalmente, fare i furbi, rivolgersi agli amici degli amici, allungare la mazzetta, sono azioni che apparterranno al passato di questo Paese. Una giustizia che spazzi via per sempre la 'metastasi' della corruzione e che si occupi soprattutto del servizio che offre agli italiani".