I TAGLI ALLA CASTA

Il gruppo che lavora al taglio degli stipendi dei deputati ritarda: se ne parla forse nel 2012

La commissione Giovannini deve stabilire quanto è il compenso medio in Europa: "Ma i dati non arrivano e stiamo lavorando anche gratis"

12 Dic 2011 - 08:33
 © LaPresse

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I presidenti Schifani e Fini, dopo lo stop a Monti sui tagli ai compensi del Parlamento, sono stati chiari: lo faremo, da soli, al più presto. Ma quando? Quanto la commissione Giovannini, che deve stabilire la media europea sui compensi dei deputati, finirà il suo lavoro. Peccato che, per voce dello stesso presidente, Enrico Giovannini, questo calcolo vada molto a rilento: "Forse avremo dati a primavera, qualche risposta ad aprile 2012".

La commissione è stata istituita dopo la manovra estiva targata Berlusconi-Tremonti proprio con l'obiettivo di stabilire un valore medio europeo con cui confrontare gli stipendi dei parlamentari italiani. Ma non sembra essere un lavoro agevole visto che non tutti i politici del Vecchio Continente hanno, compreso nel loro stipendio, lo stesso trattamento contributivo come nemmeno le stesse spese. Tanto per fare un esempio: i portaborse, alcuni Paesi (come l'Italia) li conteggiano dentro il "mensile", altre Nazioni li pagano direttamente dal Parlamento.

Il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, che presiede la commissione in un'intervista a Repubblica ha parlato proprio di questi problemi. Camera e Senato attendono il termine del suo lavoro per poter azionare le cesoie nei confronti dei nostri parlamentari ma in modo equo. "Una media ponderata rispetto al Pil, una domanda facile la cui risposta non lo è", dice Giovannini, "una vera selva. Abbiamo quindi deciso di prendere come campione alcune nazioni che sono Belgio, Olanda, Austria, Francia, Germania e Spagna". "Su di esse - prosegue il presidente IStat - faremo una comparazione".

E quindi il problema qual è? "I dati", dice Giovannini, i singoli Stati sono restii a fornire informazioni". In pratica sui siti internet ufficiali non si trovano le informazioni di cui necessita la commissione. E quindi si passa alle vie ufficiali: a livello diplomatico, tramite ambasciata, parte la domanda ai rispettivi ministeri dell'Economia. "Speriamo rispondano tutti", dice Giovannini.

Il presidente lamenta poi una difficoltà anche a riunire la commissione visto che lavorano a costo zero e non tutti abitano a Roma. La prossima riunione è indetta per il 22 dicembre ma non ci sarà alcuna decisione. Quando arriverà la fatidica domanda? "Ritengo che per aprile avremo qualche risposta", ammette Giovannini. Qualche, non tutte. E intanto gli italiani attendono.

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