Ok all'art. 10, sulla non candidabilità dei condannati, all'art. 13 che definisce i reati di concussione tra privati e di traffico di influenze, e all'art. 14, sulla nuova fattispecie di corruzione tra privati
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Via libera dall'Aula della Camera alle tre fiducie poste a Montecitorio dal governo sul ddl anticorruzione. La prima fiducia, quella sull'art. 10, è passata con 461 sì, 75 no e 7 astenuti. La seconda, riferita all'art. 13, che definisce i reati di concussione tra privati e di traffico di influenze, è passata con 431 sì, 71 no e 38 astenuti, la terza sull'art. 14 che definisce la corruzione tra privati, con 430 sì, 70 no e e25 astenuti.
Prima fiducia: articolo 10, condannati fuori dal Parlamento
Nessun condannato in via definitiva potrà entrare in Parlamento o avere incarichi di governo, ma solo a partire dal 2018. Con l'articolo 10 del ddl Anticorruzione, le persone condannate con sentenza passata in giudicato a più di due anni per i reati gravi (come mafia e terrorismo) e per quelli contro la Pubblica Amministrazione o coloro che hanno subito condanne sempre in via definitiva per tutti gli altri reati per i quali sono previste pene superiori nel massimo a tre anni, non possono essere elette né al Parlamento nazionale, né a quello europeo, né possono ricoprire incarichi di governo. Tali limiti però varranno dopo il 2013.
Patroni Griffi: "Applicabile subito la non candidabilità"
"Con il testo approvato oggi, il governo è in grado di esercitare la delega a partire dal giorno successivo all'approvazione della legge e in questo modo i nuovi divieti sarebbero di immediata applicazione. Il termine della delega è un termine massimo": è quanto afferma il ministro per la P. A. Filippo Patroni Griffi, in una nota, riferendosi alla data di applicabilità dell'articolo 10 del ddl anticorruzione.
Seconda fiducia: articolo 13, nuova concussione e traffico influenze
L'articolo 13 del ddl anticorruzione introduce i nuovi reati di concussione per induzione, traffico illecito di influenze e corruzione per l'esercizio della funzione. Le nuove norme prevedono che il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che abusi della sua funzione o dei suoi poteri, inducendo a dare o a promettere indebitamente allo stesso pubblico ufficiale o ad una terza persona denaro o altra utilità è punito con la reclusione da 3 a 8 anni.
Per quel che riguarda il traffico di influenze illecite le nuove norme stabiliscono che chiunque, fuori dai casi di concorso in altri reati, "sfruttando relazioni esistenti con un pubblico ufficiale o con un incaricato di pubblico servizio, indebitamente fa dare o promettere, a sé o ad altri, denaro o altro vantaggio patrimoniale, come prezzo della propria mediazione illecita, ovvero per remunerare il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio", sia punito con la reclusione da uno a 3 anni".
Identica pena è prevista per chi dia o prometta denaro o altri vantaggi di carattere patrimoniale. La pena viene aumentata nel caso in cui chi indebitamente fa dare o promettere denaro o altri vantaggi patrimoniali ha la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio. Le pene sono ulteriormente aumentate nel caso in cui i fatti siano commessi in relazione all'esercizio di attività giudiziarie.
Terza fiducia, articolo 14, nuova fattispecie della "corruzione tra privati"
L'articolo 14 del ddl anticorruzione introduce la corruzione tra privati. Sono puniti con la reclusione da uno a tre anni gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i liquidatori che, compiendo o omettendo atti in violazione degli obblighi inerenti al loro ufficio o degli obblighi di fedeltà, violano i testi della società.
Severino soddisfatta: "Senso di responsabilità del Parlamento"
"Sono soddisfatta perché il disegno di legge è andato avanti nella sua struttura che, dopo i lavori della commissione, ha mantenuto comunque la sua identità. E' apprezzabile per il senso di responsabilitàche ha espresso il Parlamento in questa occasione", ha commentato il ministro della Giustizia, Paola Severino.
Per Monti è la 24° fiducia
Con i tre voti di fiducia sugli articoli 10, 13 e 14 del ddl anticorruzione, il governo Monti tocca quota 24 fiducie, comprese le due ottenute dal Parlamento al momento dell'insediamento. Alle Camere l'esecutivo ha chiesto carta bianca su fisco, liberalizzazioni, semplificazioni, svuotacarceri, decreto Milleproroghe, ambiente e semplificazione fiscale alla Camera. Maggio è stato un mese intenso con ben 5 fiducie: il 16 sul decreto per le commissioni bancarie. Poi altre quattro a fine mese: il 30 in Senato al primo maxi emendamento del governo al ddl di riforma del lavoro. Poi quella sul secondo maxi emendamento. Il giorno successivo l'esecutivo ha incassato altre due fiducie, sempre sul ddl di riforma del lavoro.