Dopo il blitz della Gdf, le carte sequestrate finiscono al vaglio della magistratura di Bologna
© Afp
Dopo il recente blitz della Guardia di finanza nella sede dell'assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna per acquisire documentazione sulle spese sostenute dai gruppi politici e l'apertura di un fascicolo contro ignoti per peculato, tutti i conti, i rimborsi e gli scontrini dei consiglieri emiliani sono finiti sotto la lente della magistratura di Bologna. E così si scopre che ad agosto, con l'assemblea chiusa, sono stati sborsati 44mila euro di rimborsi.
La magistratura bolognese, come riporta il "Corriere della Sera", dovrà analizzare ben 440 faldoni, che racchiudono tutti i rendiconti del Consiglio regionale dal 2005 al 2012. Oltre all'anomalia dei 44mila euro di note spese ad agosto 2011, è venuto fuori anche che una decina di esponenti di vari partiti hanno chiesto (sempre in quel mese di ferie) il rimborso per 12 volte, cioè il massimo consentito. Da notare che l'assemblea regionale non si è riunita dal 21 luglio all'8 settembre.
Si tratta di quei rimborsi dovuti ai consiglieri che risiedono lontano da Bologna, dovuti in base ai chilometri percorsi. Per ora l'unico ad essere finito nei guai "per il chilometraggio" è l'esponente Pdl Alberto Vecchi, indagato per truffa aggravata: è accusato di aver indebitamente intascato 86mila euro di rimborsi. Lui sostiene di risiedere a Porretta, mentre in realtà abiterebbe a Bologna. Vecchi, come sottolinea il "Corriere", nega ogni addebito e ribatte: "Dimostrerò la mia innocenza".