Modificata la legge che prevede i 66 anni di età con 10 anni di mandato minimo: non si applicherà agli enti che hanno formalmente abolito l'assegno, sostituito con una pensione contributiva
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Il decreto Monti anti-Fiorito parlava chiaro: impossibile ricevere il vitalizio se il il consigliere regionale non ha compiuto 66 anni e fatto almeno 10 anni di mandato. Una mannaia per la Casta, che però non si è data per vinta e, una volta che il dl è arrivato in Parlamento per la conversione in legge ha inserito un codicillo che la salva: il decreto non si applica alle Regioni che hanno abolito i vitalizi. Tutte. Peccato che così le Regioni potranno istituire delle pensioni contributive al posto dei vitalizi, senza limiti di età e mandato. Come prima.
La furbata viene rivelata dal Corriere che racconta dei vari tentativi di modificare il decreto da parte dei parlamentari che hanno anche un passato da consigliere regionale. C'è stato chi ha provato a dimezzare gli anni di mandato del divieto, chi ad abbassare la soglia dell'età di 66 anni.
Il trucco è il seguente: all'articolo 2 lettera "m" - quello che stabilisce appunto i 66 anni e i 10 di mandato obbligatori - è stata inserita questa frase: "Le disposizioni della presente non si applicano alle Regioni che abbiano abolito i vitalizi". Visto che tutte le Regioni hanno formalmente abolito i vitalizi che necessità c'era di inserire questo codicillo? Semplice, la legge consente di sostituire i vitalizi con trattamenti pensionistici contributivi. Ora, grazie alla norma aggiunta, le Regioni potranno erogare gli assegni pensionistici integrativi senza più i vincoli dei vitalizi. Non si chiamano più così, quindi le regole non si applicano.