Porte chiuse a Berlusconi: "Non scherziamo". Giovedì il segretario del Pd salirà al Colle
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"Ora servono discorsi seri, non scherziamo". Il premier incaricato, Pier Luigi Bersani, chiude così le porte a Silvio Berlusconi che aveva ipotizzato un governo a guida Pd a condizione che il vice fosse Alfano. "Berlusconi non può farmi guerra al mattino e abbracciarmi al pomeriggio", ha aggiunto Bersani che giovedì dovrà salire al Colle per riferire al presidente Giorgio Napolitano se ha i numeri per andare avanti o se rinunciare al mandato.
"Serve un governo dei miracoli" - "Viste le emergenze del Paese, servirebbe un governo dei miracoli", è la formula usata dal premier incaricato per descrivere i problemi sociali ma un po' anche la difficoltà della sua impresa, complici anche le tensioni interne nonostante la tregua armata siglate in una direzione-lampo. "Non chiediamo a nessuno l'impossibile - chiarisce Bersani in direzione - con Scelta Civica un'intesa è possibile, alle altre forze chiediamo di non impedire questa soluzione".
"Presto per trattare sul Quirinale" - Bersani frena Berlusconi anche sulla più complessa questione della partita per il Colle: ufficialmente il segretario del Pd non vuole sovrapporre il piano del governo con quello del Quirinale, "se ne discuterà a tempo debito e non è il caso di mescolare i temi". Ma Enrico Letta, in accordo con il segretario, spiega che, pur escludendo "scambi", l'elezione del presidente della Repubblica "deve avvenire con un coinvolgimento molto largo e non per qualche voto in più".
Dialogo su riforme con il Pdl - La disponibilità sarà ribadita anche domani nell'incontro con Angelino Alfano e Roberto Maroni, dove Bersani chiederà un sostegno al suo governo in cambio di un dialogo sulle riforme "in tempi certi", magari attraverso una nuova Bicamerale, assicurando anche un confronto comune per la scelta del nuovo presidente della Repubblica. Ma Bersani oltre non va, escludendo larghe intese almeno finché sarà lui a gestire la partita.