Il Capo dello Stato già intenzionato a non mollare, ma la telefonata dalla Bce ha rafforzato il suo convincimento a guidare i partiti verso una soluzione
© Ap/Lapresse
Dimettersi o restare. Giorgio Napolitano ha scelto la seconda opzione. Una decisione maturata già maturata nella serata di venerdì, fin dalla conclusione dell’incontro con la delegazione Pd, corroborata da mail, tweet e dichiarazioni con le quali si auspicava che il Presidente della Repubblica restasse al suo posto. Un flusso ininterrotto di sollecitazioni a "non mollare". Una su tutte, decisiva, quella di Mario Draghi.
Il presidente della Bce, secondo La Stampa, non avrebbe nascosto a Napolitano la fondatezza dei suoi timori. In Europa si sarebbe molto ricamato sull'"Italia nello stallo, fino al punto da costringere il Presidente alle dimissioni".
E poi: come avrebbero reagito i mercati alla riapertura di martedì? Quanto sarebbe salito lo spread? E col Capo dello Stato dimissionario - e sempre senza governo - su cosa si sarebbe potuto puntare per rassicurare i mercati? Draghi non era il primo a manifestare simili timori: timori che si aggiungevano a un altro paio di elementi di riflessione che riguardavano i tempi di soluzione della crisi e l’eredità da lasciare al futuro presidente della Repubblica.
Così, alla fine, Giorgio Napolitano, resta al suo posto: e i commenti, interni ed esteri, sono di assoluto apprezzamento. la parola ai partiti ora. e Martedì, ai mercati.