La presidente della Camera denuncia le minacce di morte e i messaggi violenti che le pervengono tramite Internet: "Non ho paura, ma basta con l'anarchia della Rete"
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Una pioggia di minacce di morte, di violenze sessuali di vario tipo, di torture di vario tipo: la presidente della Camera Laura Boldrini porta alla luce il quotidiano bombardamento di cui viene fatta oggetto tramite il web. E chiede allora, in un'intervista a "Repubblica", che si cominci a fare ordine in Internet tramite una legge. "Non ho paura, ma sulla Rete si costruiscono campagne d'odio e di violenza contro le donne, serve una legge"
Quello che sconcerta Boldrini (e non solo) e che i mittenti di messaggi che partono da Facebook o da altri social network e che hanno contenuti del tipo "Ti devono linciare, puttana", "Ti ammanetto e ti chiudo in una stanza buia, "gli immigrati mettiteli nel letto, troia" sono firmati, nel senso che i nomi e i cognomi dei profili appartengono a persone reali e rintracciabilissime e che se contattate dalla Polizia Postale - come nel caso dell'uomo che aveva postato la foto di una nudista spacciandola per la presidente della Camera - oppongono una denuncia per violazione della privacy, seguite magari da una campagna della Rete che contesta "abusi di potere".
"C'è stato il caso della parlamentare del M5S cui è stata violata la posta personale - ricorda Boldrini -. C'è il caso di una deputata oggi ministra che non ha più potuto accedere ai suoi social network. Poi ci sono le minacce di morte nei miei confronti. Tutte donne, lo dico come dato di cronaca. So bene che la questione del controllo del web è delicatissima, ma non per questo non dobbiamo porcela. Mi domando se sia giusto che una minaccia di morte che avviene in forma diretta sia considerata in modo diverso dalla stessa cosa via Internet. Se il web è vita reale - e lo è - non possiamo più considerare meno rilevante quello che accade in rete rispetto a quello che succede per strada".
Considerazioni altrettanto importanti quelle che riguardano l'altro aspetto della questione sollevate dalla "padrona di casa" di Montecitorio, vale a dire quello sessuale e machista: "Quando una donna riveste incarichi pubblici si scatena contro di lei l'aggressione sessista - afferma Boldrini - che sia apparentemente innocua o violenta assume sempre la forma di minaccia sessuale, con un lessico che parla di umiliazioni e di sottomissioni. Non bisogna più avere paura di dire che è una cultura sotterranea in qualche forma condivisa. Un'emergenza, in Italia. Perché le donne muoiono per mano degli uomini ogni giorno, ed è in fondo sempre considerata una fatalità, un incidente, un raptus. se questo accade è anche perché chi poteva farlo non ha mai sollevato con vitore il tema al livello più alto, quello istituzionale. Facciamolo, finalmente".