ATTACCO PERSONALE

Calderoli: "Kyenge? Penso a un orango"Napolitano: "Un episodio che mi indigna"

Il Capo dello Stato condanna anche le minacce alla Carfagna e l'incendio al liceo Socrate. Il ministro replica al leghista: "Lui non offende me ma l'Italia". Letta: "Parole oltre il limite"

14 Lug 2013 - 22:02
 © LaPresse

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Roberto Calderoli torna all'attacco di Cecile Kyenge: "Amo gli animali  - ha detto dal palco di Treviglio (Bg) - ma quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di orango”. Dopo le polemiche il vice-presidente del Senato si scusa: "La mia era una battuta da comizio". La Kyenge: "Non la prendo come un'offesa personale, ma mi rattrista per l'immagine che diamo dell'Italia".

Per rincarare la dose l'ex ministro per la semplificazione aggiunge che la "Kyenge bene a fare il ministro, ma forse lo dovrebbe fare nel suo Paese. È anche lei a far sognare l’America a tanti clandestini che arrivano qui".

Il comizio trevigliese arriva a due giorni di distanza proprio dalla visita del ministro dell'Integrazione a Bergamo: i leghisti l'hanno accolta pagando un piccolo aereo che ha sorvolato la città con la scritta "Stop ai clandestini".

Napolitano indignato: segnali di imbarbarimento - Sulla vicenda non si è fatto attendere il commento sconcertato del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rimasto "colpito e indignato". Il Capo dello Stato fa sapere di essersi irritato anche per altri "gravi episodi" accaduti in questi questi giorni, dalla vicenda delle minacce a Mara Carfagna all'incendio del liceo Socrate di Roma, come confermano fonti del Quirinale. "Il presidente è colpito e indignato per i gravi episodi di questi giorni - dicono le fonti - che dimostrano tendenze all'imbarbarimento della vita civile e affronterà il tema nell'incontro con la stampa del prossimo 18 luglio".

"Era una battuta, non volevo offendere" - "Ho parlato in un comizio, ho fatto una battuta, magari infelice, ma da comizio, questo è stato subito chiaro a tutti i presenti. Non volevo offendere e se il ministro Kyenge si è offesa me ne scuso", ha chiarito da parte sua Roberto Calderoli. "La mia battuta si è inserita in un ben più articolato e politico intervento di critica al ministro", ha aggiunto.

Poi la telefonata: "Mi sono scusato" - "Ho parlato al telefono col ministro Kyenge e mi sono scusato". Lo ha detto l'onorevole Roberto Calderoli. "Ci siamo chiariti - ha aggiunto l'esponente leghista - e ci siamo dati appuntamento in Parlamento per un confronto franco e leale".

Kyenge: "La Lega rifletta" - Puntuale la replica del ministro: "Le parole di Calderoli non le prendo come un'offesa personale, ma mi rattristano per l'immagine che diamo dell'Italia. Credo che tutte le forze politiche debbano riflettere sull'uso che fanno della comunicazione". E ancora: "Si faccia un confronto serio all'interno della Lega per capire se Calderoli ha intenzione di continuare la sua battaglia politica con le offese". Dopo la telefonata di scuse, la Kyenge ha detto: "Le ho accettate, ma il nodo istituzionale resta. Ciascuno deve tener presente sempre la carica che riveste. Il caso non è mai esistito a livello personale, resta aperto a livello istituzionale".
Letta: "Calderoli oltre il limite, è inaccettabile"
- "Le parole riportate da organi di stampa e attribuite al senatore Calderoli nei confronti di Cecile Kyenge sono inaccettabili. Oltre ogni limite. Piena solidarietà e sostegno a Cecile. Avanti col tuo e col nostro lavoro". Lo dichiara il presidente del Consiglio, Enrico Letta, in una nota.
Maroni: "Ha sbagliato, ma si è scusato" -
"Calderoli ha sbagliato e ha chiesto scusa. Ha fatto bene a chiedere scusa, perché noi non attacchiamo le persone ma contrastiamo le idee sbagliate". Lo ha detto il segretario della Lega, Roberto Maroni.
Salvini: "Kyenge pericolosa, non si sconfigge con le battute"
- Sulla vicenda è intervenuto anche il vicesegretario leghista Matteo Salvini, scrivendo su Facebook che "la signora Kyenge, come la signora Boldrini, vanno battute e fermate con le idee, con le proposte, con la visione di un futuro e di una società diversi", e dunque "non con le battute". Secondo Salvini, Kyenge e Boldrini "sono politici pericolosi non perché belli o brutti, perché modelle o oranghi, ma perché sono pedine di un disegno che vuole cancellare le identità".
E ancora: "Molti giornalisti italiani mi fanno schifo. A qualcuno scappa una battuta del cavolo, non dovrebbe succedere ma può capitare, è capitato anche a me in passato, e diventa la notizia del giorno". "Quelli non sono giornalisti, ma servi: ci divertiremo". E contesta che non siano considerate piuttosto notizie "il lavoro, gli esodati (scomparsi), le pensioni da fame, i suicidi, le aziende che chiudono, uno Stato sempre più ladro".
Finocchiaro: "Inaccettabili le parole razziste di Calderoli"
- "Le parole del vicepresidente del Senato Calderoli rivolte al ministro Kyenge sono inaccettabili. Non è possibile e non è degno che un importante rappresentante delle nostre istituzioni insulti, con parole volgari e offensive e razziste una cittadina italiana e ancora di più una donna che oggi, da ministro, rappresenta il nostro Paese". Lo afferma Anna Finocchiaro del Pd. "Domani - annuncia - il Pd in Aula a Palazzo Madama chiederà conto a Calderoli delle sue affermazioni. Nel frattempo mi auguro che il vice presidente del Senato trovi la dignità di spiegare e di scusarsi con il ministro Kyenge".
Ci si mette anche Wikipedia: la ricerca del ministro rimanda all'orango -
Non bastavano le dichiarazioni di Calderoli. Anche Wikipedia, o meglio i suoi utenti, entrano a gamba tesa nella polemica. Alle 18.35 di domenica, infatti, la pagina relativa al ministro era stata scambiata con quella di "Pongo", definito "il genere di primati della famiglia degli Ominidi di cui fanno parte gli oranghi", con relativa foto dell'animale. Poco dopo, la pagina è tornata quella abituale. Il link alla pagina ora scomparsa continua comunque a girare su Twitter.
Deputati Pd: ora si approvi lo ius soli
- Dopo la vicenda arriva un appello dai senatori renziani del Pd Mario Morgoni, Nadia Ginetti e Roberto Cociancich: "Si approvi la legge sullo ius soli prima della pausa estiva, senza ulteriori tatticismi. Non c'è strada migliore di questa per sostenere il ministro Kyenge e per limitare i danni provocati dalla brutalità di Calderoli".

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