Il presidente emerito Francesco Cossiga è morto. Ricoverato da nove giorni all'ospedale Gemelli di Roma, le sue condizioni si erano aggravate nella notte. La causa del decesso sarebbe una crisi cardiocircolatoria.
Sul feretro il Tricolore e la bandiera della Sardegna
Verranno poste sul feretro del Presidente sia il Tricolore che la bandiera della Sardegna. Si tratterebbe di una espressa volontà di Cossiga che avrebbe così voluto rendere omaggio all'Italia e alla sua terra d'origine.
Funerali privati in Sardegna
Non è ancora stata decisa la chiesa in cui verranno celebrati i funerali di Francesco Cossiga. Fonti vicine alla famiglia hanno indicato come più probabile la chiesa di San Giuseppe dove Cossiga andava sempre a pregare quando si recava a Sassari. In un primo momento si era parlato invece di una piccola chiesa, quella di San Gabriele che si trova a Cheremule, nel Sassarese, che per le piccole dimensioni sembrava adatta a favorire le esequie strettamente private.
Mercoledì la camera ardente
La camera ardente di Francesco Cossiga sarà allestita mercoledì dalle 10 alle 18 alla Chiesa madre del Gemelli, dove tutti potranno accedere per omaggiare l'ex Capo dello Stato scomparso.
Ucciso da crisi cardio-circolatoria
Le condizioni di Cossiga erano precipitate durante la notte, dopo giorni di cauto ottimismo. Cossiga, secondo il bollettino medico della mattina, aveva mostrato un repentino e drastico peggioramento delle condizioni circolatorie che aveva imposto la ripresa di tutti i supporti vitali. Il senatore a vita, ricoverato in terapia intensiva del Gemelli per una grave insufficienza cardio-respiratoria, dovuta anche una forte abbassamento della pressione arteriosa, era sedato e intubato, e la respirazione si era fatta via via più difficile, fino alla seconda crisi cardio-respiratoria di oggi, dovuta ad un'infezione alle vie respiratorie, che gli è stata fatale. Il primario Massimo Antonelli, insieme alla sua équipe medica, ha seguito l'ex capo di Stato da lunedì scorso quando Cossiga era stato ricoverato.
L'angoscia delle ultime ore
Ad accompagnare le ultime ore di agonia del presidente emerito della Repubblica sono stati i figli Giuseppe, sottosegretario alla Difesa, e Annamaria, i parenti, gli amici più intimi e gli uomini della scorta, che il presidente chiamava i suoi "angeli custodi". Che la situazione stesse prendendo una direzione di non ritorno era già intuibile ben prima delle 13:15, ora del decesso. In mattinata si era intensificato il via vai sul piazzale del pronto soccorso, contiguo al reparto di rianimazione dove Francesco Cossiga è morto. Ore prima del bollettino medico di mezzogiorno sui volti degli amici e dei parenti era chiaro che Cossiga stava combattendo la sua ultima battaglia. Al centro del movimento, per tutta la mattinata, la figlia Anna Maria, in pantaloni e maglia neri, sempre con l'orecchio al telefonino. E' lei che veniva abbracciata da chi arrivava. Ricambiava gli abbracci passandosi brevemente a volte una mano sugli occhi.
Peggioramento inatteso
Molti non si aspettavano il peggioramento. Anzi, dopo il miglioramento di Ferragosto, il presidente emerito sarebbe stato pronto a essere trasferito dalla rianimazione a un altro reparto, forse geriatria. Ma da rianimazione non si sarebbe più spostato.
"Invano cerco di evitare la fossa"
"Invano, con passo malfermo, cerco di evitare la fossa che mi attende". E' la frase che il presidente emerito della Repubblica era solito pronunciare. Lo ricordano amici e parenti riuniti in capannelli all'ospedale Gemelli.
Schifani interrompe le vacanze
Il presidente del Senato Renato Schifani, secondo quanto si apprende in ambienti della presidenza di Palazzo Madama, ha interrotto le sue vacanze alle isole Eolie per fare rientro a Roma.