Il leader di Forza Italia attacca i governi precedenti per aver fatto crescere il tasso di disoccupazione rispetto al 2011. E sul caso Fontana: "Espressione infelice, ma la nostra identità è a rischio"
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Più lavoro, meno tasse. Si potrebbe sintetizzare così la ricetta di Silvio Berlusconi per far ripartire l'economia del Paese: "Avevamo lasciato l’Italia nel 2011 con un tasso di disoccupazione inferiore di due punti percentuali rispetto alla media europea - attacca il leader di Forza Italia - oggi è di due punti superiore". Quindi ecco cosa propone il centrodestra: "Eliminazione di ogni tassa per i primi sei anni per chi assume a tempo indeterminato".
In una lunga intervista a Il Giorno Silvio Berlusconi conferma di voler ridurre la pressione fiscale puntando sulla flat-tax così da far respirare il ceto medio, "che è oggi è il segmento sociale più tartassato dal fisco" senza dimenticare i ceti più disagiati. "Per i più deboli, poi, oltre all'estensione della no-tax area a 12.000 euro, cioè del reddito sotto il quale non si paga nulla, vi sarà addirittura l’imposta negativa: sotto quella che l’Istat definisce soglia di dignità sarà cioè lo Stato a versare ai cittadini la somma necessaria per raggiungere quella soglia. L’abbiamo chiamato appunto reddito di dignità, perché servirà ad assicurare a tutti un tenore di vita dignitoso".
Quanto al caso Fontana e immigrazione? "Ogni riferimento al concetto stesso di ‘razza’ è ovviamente lontano dalla mia cultura e dai miei valori - spiega il leader di Forza Italia - . In questo caso si è trattato di un’espressione infelice della quale l’avvocato Fontana – che è persona moderata ed equilibrata – si è già scusato. Però trovo sia un grave errore focalizzare l’attenzione su una parola sbagliata e non sul rischio che l’Europa perda la sua identità, per effetto di un atteggiamento sbagliato, rinunciatario, di falso buonismo, che spesso prende il posto del giusto rispetto per le altre culture. Questo fenomeno, sotto la spinta di ondate migratorie incontrollate, può minare alle basi la nostra stessa civiltà. Solo un’Europa che abbia ben chiara la sua anima cristiana e liberale, e che ne sappia esigere il rispetto, può accogliere e integrare, entro limiti ragionevoli, dei cittadini stranieri che vogliano costruire da noi il loro futuro".
Infine i suoi timori nel caso di un governo Cinque Stelle: "Penso che i più preoccupati dovrebbero essere gli italiani, anche per l’isolamento e il discredito internazionale al quale i grillini condannerebbero l’Italia"