"LAVORARE SULLA PREVENZIONE"

Gentiloni: no a equazioni improprie migrazioni-terrorismo

Gli jihadisti provenienti dall'Italia "sono poco più di 100", un numero inferiore rispetto a quello di altri Paesi europei. Il ministro Minniti: "I Cie saranno piccoli, diversi dal passato"

05 Gen 2017 - 18:06

"La minaccia non autorizza a fare equazioni improprie tra migrazione e terrorismo". Lo ha detto il premier Paolo Gentiloni illustrando i risultati della commissione sulla radicalizzazione. Questi "percorsi si sviluppano soprattutto nelle carceri e nel web, più che in altri luoghi che abbiamo magari molto seguito negli scorsi anni o decenni", ha poi ricordato. Il ministro Minniti: "I Cie saranno piccoli, diversi rispetto al passato".

I nuovi centri di espulsione - I Cie (Centri di identificazione ed espulsione, ndr), che dovranno ospitare le persone irregolari da respingere, "non avranno nulla a che fare con quelli del passato". E' quanto ha dichiarato il ministro dell'Interno, Marco Minniti, precisando: "Non c'entrano nulla perché hanno un'altra finalità, non c'entrano con l'accoglienza ma con coloro che devono essere espulsi". E ha aggiunto: "Ne parleremo alla conferenza Stato-Regioni già convocata per il 19 gennaio. Proporrò strutture piccole, che non c'entrano nulla con quelle del passato, con governance trasparente e un potere esterno rispetto alle condizioni di vita all'interno".

Gentiloni: "Grande sforzo contro il terrorismo" - Paolo Gentiloni ha invece ricordato che la "bussola su cui si muove il governo" richiede da un lato "politiche migratorie sempre più efficaci, che coniughino attività umanitaria e accoglienza" da un lato, "politiche di rigore e di efficacia nei rimpatri" dall'altro. Il premier ha inoltre ribadito come l'Italia stia facendo "un grande sforzo sul contrasto alla radicalizzazione e alla minaccia terroristica" e su questo fronte è necessario un impegno a "medio termine assieme alle comunità islamiche, ingaggiandole in un'attività di prevenzione".

"In Italia meno radicalizzazione altri Paesi" - "C'è una specificità italiana nei fenomeni di radicalizzazione e per certi versi è più rassicurante nel senso che le dimensioni numeriche della radicalizzazione sono minori che in altri Paesi. Ma il fatto di avere un numero minore di persone radicalizzate o foreign fighters non ci deve indurre a sottovalutare il fenomeno e la necessità di capirlo", ha ammonito Gentiloni.

"Da noi poco più di 100 jihadisti" - Gli jihadisti provenienti dall'Italia "sono poco più di 100", un numero inferiore rispetto a quello registrato in altri Paesi europei, ha spiegato il professore Lorenzo Vidoni, che guida la Commissione sulla radicalizzazione. "Vediamo ora le tendenze che in altri Paesi vedevamo 5-10 anni fa".

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