MESSAGGIO DI FINE ANNO

Mattarella: "Il nostro Paese diventi sempre più comunità di vita"

Nel messaggio di fine anno, il presidente della Repubblica ha ricordato i momenti di dolore e di coesione dell'anno passato, sottolineando che "Il nostro Paese è una comunità di vita, ed è necessario che lo divenga sempre di più"

31 Dic 2016 - 21:34

"Ho visitato, anche quest'anno, numerosi territori, ho incontrato tante donne e tanti uomini. Ho conosciuto le loro esperienze, ho ascoltato le loro speranze, le loro esigenze. Con tutti ho condiviso sofferenze emomenti di gioia. Il nostro Paese è una comunità di vita, ed è necessario che lo divenga sempre di più". Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo messaggio di fine anno.

Momenti di dolore per il Paese - "Ci siamo ritrovati uniti - ha proseguito - in occasione di alcuni eventi che hanno suscitato l'emozione e la partecipazione di tutti noi. Abbiamo vissuto insieme momenti dolorosi. Dall'assassinio di Giulio Regeni, mentre svolgeva, al Cairo, la sua attività di ricercatore, alla morte, in Spagna, delle nostre ragazze che studiavano nel programma Erasmus. Dalla strage di Dacca a quella di Nizza, con nostri connazionali tra le vittime. Dal disastro ferroviario in Puglia al terremoto che ha sconvolto le Regioni centrali, provocando tanti morti. Negli ultimi giorni, abbiamo pianto Fabrizia Di Lorenzo, uccisa nell'attentato di Berlino. Così come era avvenuto, sul finire dell'anno scorso a Parigi, per Valeria Solesin. Ai loro familiari desidero rivolgere, a nome di tutti, un pensiero di grande solidarietà che non si attenua con il passare del tempo".

Il terremoto - "Un pensiero di sostegno - ha detto poi il presidente della Repubblica - va rivolto ai nostri concittadini colpiti dal terremoto, che hanno perduto familiari, case, ricordi cui erano legati. Non devono perdere la speranza. L'augurio più autentico è assicurare che la vita delle loro collettività continui o riprenda sollecitamente. Ovunque, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nel ritrovarsi insieme. Ricostruiremo quei paesi cosi' belli e carichi di storia. Ci siamo ritrovati tutti nel sostegno alle popolazioni colpite e nell'apprezzamento per la prontezza e l'efficacia dei soccorsi. Alla Protezione Civile, ai Vigili del Fuoco, alle Forze di Polizia, ai nostri militari, ai tanti volontari esprimo la riconoscenza del Paese. Il loro operato è oggetto dell'ammirazione internazionale".

Mattarella ha però anche sottolineato che "il tessuto sociale del nostro Paese è pieno di energie positive. Tante persone - ragazzi, giovani, adulti, anziani - svolgono, con impegno, il proprio dovere. Molti vanno anche oltre, pronti a spendersi per gli altri e per la collettività, a soccorrere chi si trova in pericolo o in difficoltà. Senza inseguire riconoscimenti o cercare la luce dei riflettori". E durante il discorso ha anche ricordato il ritorno in patria dei due marò.

Il problema del lavoro - Tra i problemi del Paese citati dal capo dello Stato, "il problema numero uno resta il lavoro. Nonostante l'aumento degli occupati sono ancora troppe le persone a cui il lavoro manca da tempo, o non è sufficiente per assicurare una vita dignitosa. Non potremo sentirci appagati finché il lavoro, con la sua giusta retribuzione, non consentirà a tutti di sentirsi pienamente cittadini. Combattere la disoccupazione e, con essa, la povertà di tante famiglie, è un obiettivo da perseguire con decisione. Questo è il primo orizzonte del bene comune".

Fratture da ricomporre - Ma oltre al lavoro ci sono anche "fratture da prevenire o da ricomporre. Tra il Nord del Paese e un Sud che è in affanno. Tra città e aree interne. Tra centri e periferie. Tra occupati e disoccupati. Barriere e difficoltà dividono anche il lavoro maschile da quello femminile, penalizzando, tuttora, le donne. Far crescere la coesione del nostro Paese vuol dire renderlo più forte. Diseguaglianze, marginalità, insicurezza di alcuni luoghi minano le stesse possibilità di sviluppo".

Domande sociali da ascoltare - Ancora, secondo Mattarella "le difficoltà, le sofferenze di tante persone vanno ascoltate, e condivise. Vi sono domande sociali, vecchie e nuove, decisive per la vita di tante persone. Riguardano le lunghe liste di attesa e le difficoltà di curare le malattie, anche quelle rare; l'assistenza in famiglia agli anziani non autosufficienti; il sostegno ai disabili; le carenze dei servizi pubblici di trasporto. Non ci devono essere cittadini di serie B. Sarebbe un grave errore sottovalutare le ansie diffuse nella società".

L'odio politico - Ma c'è anche "un altro insidioso nemico della convivenza. Non è un fenomeno nuovo, è in preoccupante ascesa: quello dell'odio come strumento di lotta politica. L'odio e la violenza verbale, quando vi penetrano, si propagano nella società, intossicandola. Una società divisa, rissosa e in preda al risentimento smarrisce il senso di comune appartenenza, distrugge i legami, minaccia la sua stessa sopravvivenza. Tutti, particolarmente chi ha più responsabilità, devono opporsi a questa deriva".

Migranti e terrorismo - Il Capo dello Stato ha quindi parlato di migranti e terrorismo, sottolineando che "l'equazione immigrato uguale terrorista è ingiusta e inaccettabile, ma devono essere posti in essere tutti gli sforzi e le misure di sicurezza per impedire che, nel nostro Paese, si radichino presenze minacciose o predicatori di morte. Anche nell'anno trascorso le nostre forze dell'ordine e i nostri servizi di informazione hanno operato con serietà e competenza perché, in Italia, si possa vivere in sicurezza". E per quanto riguarda l'emergenza migranti, "dall'Unione ci attendiamo gesti di concreta solidarietà sul problema della ripartizione dei profughi e della gestione, dignitosa, dei rimpatri di coloro che non hanno diritto all'asilo".

Crisi di governo ed elezioni - Per quanto riguarda ancora la vita politica del Paese, Mattarella ha ricordato che le istituzioni "sono state concepite come uno strumento a disposizione dei cittadini. Sono i luoghi della sovranità popolare, che vanno abitati se non vogliamo che la democrazia inaridisca". E in merito alle elezioni, "non vi è dubbio che, in alcuni momenti particolari, la parola agli elettori costituisca la strada maestra. Ma chiamare gli elettori al voto anticipato è una scelta molto seria". Occorre quindi che vi siano "regole elettorali chiare e adeguate perché gli elettori possano esprimere, con efficacia, la loro volontà e questa trovi realmente applicazione nel Parlamento che si elegge. Queste regole, oggi, non ci sono: al momento esiste, per la Camera, una legge fortemente maggioritaria e, per il Senato, una legge del tutto proporzionale. Con regole contrastanti tra loro chiamare subito gli elettori al voto sarebbe stato, in realtà, poco rispettoso" nei confronti delle forze politiche che hanno tutte chiesto una nuova legge elettorale e "contrario all'interesse del Paese. Con alto rischio di ingovernabilità. Risolvere rapidamente la crisi di governo era quindi necessario, sia per consentire al parlamento di approvare nuove regole elettorali sia per governare problemi di grande importanza che l'Italia ha davanti a sé in queste settimane e in questi mesi".

No al web come ring permanente - Il Capo dello stato ha quindi anche parlato del web, "uno strumento che consente di dare a tutti la possibilità di una libera espressione e di ampliare le proprie conoscenze. Internet è stata, e continua a essere, una grande rivoluzione democratica, che va preservata e difesa da chi vorrebbe trasformarla in un ring permanente, dove verità e falsificazione finiscono per confondersi".

Gli oggetti dei terremotati - Durante il discorso, Mattarella ha tenuto con sé due oggetti a lui cari: una tegola dipinta dai ragazzi dell'istituto De Gasperi Battaglia di Norcia, e un quadro realizzato dai bambini della scuola dell'infanzia di Acquasanta Terme, entrambe città colpite dal terremoto del 24 agosto e del 30 ottobre.

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