ok da consiglio ministri

Mafia, il ministro Alfano scioglie i comuni di Corleone e Tropea

Il cdm manda a casa anche comuni di Bovalino e Arzano

11 Ago 2016 - 13:51

Su proposta del ministro dell'Interno Angelino Alfano il consiglio dei ministri ha sciolto per mafia i comuni di Corleone (Palermo), Tropea (Vibo Valentia), Bovalino (Reggio Calabria) e Arzano (Napoli).

Ora Lea Savona, sindaco di Corleone eletto alle ultime amministrative con una lista civica di centrodestra, dovrà fare le valigie. Ma questa "sentenza" in qualche modo era stata annunciata dalla dichiarazione fatta a gennaio dallo stesso Alfano che rese noto l'accesso agli atti del Comune. “L'accesso”, spiegò lo stesso sindaco per nulla sorpresa, “riguardava l'assegnazione di alcuni appalti come quello relativo alla costruzione di un impianto polivalente nei pressi del campo sportivo".

La gara infatti finì all'attenzione della Procura di Palermo che arrestò un dipendente comunale, Antonio Di Marco, indicato dagli inquirenti come il nuovo capo mandamento. Di Marco, custode del campo sportivo, dove si sarebbero svolti anche summit di mafia, in alcune intercettazioni avrebbe fatto riferimento alla possibilità di fare pressioni presso gli uffici comunali per pilotare i lavori. "Nessuno immaginava”, osservò allora il sindaco, “che questo dipendente comunale potesse essere colluso".

Ma nel fascicolo della dda finì anche il fratello del primo cittadino, Giovanni Savona. Il capo famiglia di Chiusa Sclafani, Vincenzo Pellitteri, non sapendo di essere intercettato, diceva: "è un grande amico nostro, solo che lui è allacciato con Mario". Dove Mario era Mario Grizzaffi, fedelissimo di Toto' Riina e fratello del boss Giovanni.

Dopo l'accesso agli atti fu la volta delle commissioni Antimafia nazionale e regionale. La Savona, che anni fa vinse anche il premio intitolato alla memoria del giudice Paolo Borsellino, venne ascoltata dall'Antimafia regionale. "Avrò peccato di leggerezza, inesperienza, di qualche sbavatura, ma non posso essere considerata vicina ad ambienti mafiosi. Rinnegherei il nome che porto e mi dissocerei dalla mia stessa famiglia se mio fratello fosse coinvolto in qualche organizzazione", disse a conclusione dell'audizione.

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