Il governatore della Lombardia incassa il favore di Liguria e Veneto, ma Viminale, Chiamparino e Fassino non ci stanno. Renzi: "Demagogia"
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"Ai sindaci che dovessero accogliere nuovi clandestini ridurremo i trasferimenti regionali". Lo ha detto il governatore lombardo, Roberto Maroni. Ed è subito esplosa la polemica. Il ministero dell'Interno: "Intervento illegittimo". Il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino: "Strumentalità politica, avvertitelo che la campagna elettorale è finita". Il sindaco di Torino, Fassino: "Minaccia inaccettabile". Renzi: "Demagogia".
Maroni: "A chi accoglierà clandestini ridurremo i trasferimenti" - Il governatore della Lombardia ha annunciato una lettera a prefetti e sindaci, diffidando i primi dal portare "nuovi clandestini" e dicendo ai secondi di "rifiutarsi di prenderli": "Ai sindaci che dovessero accoglierli ridurremo i trasferimenti regionali come disincentivo alla gestione delle risorse", "chi lo fa violando la legge, violando le disposizioni che io ho dato, subirà questa conseguenza".
Chiamparino: "Proposta Maroni inaccettabile, governo tagli alla Lombardia fondi" - Per Chiamparino la proposta di Maroni, oltre che strumentale, sarebbe irrealizzabile. Secondo il presidente della Conferenza delle Regioni, infatti "un'eventuale interruzione dei trasferimenti ai Comuni sarebbe oggetto di innumerevoli ricorsi" .
"Se Maroni volesse continuare a procedere su questa linea allora sarebbe più che giusto che il governo togliesse alla Lombardia, al Veneto e alle altre Regioni che condividono queste posizioni i finanziamenti che lui vuole togliere ai Comuni che ospitano i profughi", ha aggiunto Chiamparino.
Fassino: "Presidente Regione non decide politica accoglienza di un Paese" - Nelle fila dei no alla proposta di Maroni, anche il sindaco di Torino e presidente Anci, Piero Fassino. "Non è nei poteri di un presidente di Regione decidere quale politica di accoglienza di profughi persegue il nostro Paese. Tanto meno è accettabile che si minaccino in modo ritorsivo, e illegalmente, riduzioni di risorse ai comuni che ospitano profughi".
Viminale: "Intervento di Maroni è illegittimo" - "L'intervento di Maroni è del tutto illegittimo, soprattutto da parte di un presidente di una grande regione e di una persona che è stata ministro dell'Interno di questa Repubblica che ha gestito un'emergenza immigrazione imponendo la presenza di immigrati nei diversi territori. Oggi si opera la concertazione con regioni ed enti locali". Lo afferma il viceministro dell'Interno Filippo Bubbico.
"Non ho parole per commentare la posizione di Maroni - aggiunge l'esponente del Viminale - le regioni hanno compiti, prerogative, responsabilità importanti pari a quelle dello Stato. Il problema dobbiamo risolverlo alla radice: bloccare le partenze, ma fino a quando ci sono, sino a quando le persone rischiano di morire in mare noi - conclude Bubbico - abbiamo il dovere di salvarle e di aiutarle".
Toti: "Non accoglieremo altri migranti" - Si allinea alla posizione di Maroni invece il neo presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti: "Non accoglieremo altri migranti come faranno Lombardia, Veneto e Val d'Aosta. E' un problema che dovrebbe essere risolto a monte". Dello stesso parere anche Luca Zaia, governatore del Veneto: "E' una bomba che sta per scoppiare".
Renzi: "Basta demagogia" - "Basta con la filosofia dello scaricabarile e basta giocare con la demagogia. E' il duro commento di Renzi, impegnato al G7 in Baviera, alle parole di Maroni: "Alcuni di quei governatori che si lamentano erano al governo quando è stata decisa la politica che ha condotto alle attuali regole".
Salvini: "Maroni fa bene" - Con il governatore lombardo si schiera il segretario della Lega, Matteo Salvini. "Maroni fa bene - ha dichiarato Salvini - perché è l'unico modo per cercare di fermare le partenze e gli sbarchi, altrimenti è un disastro. Sono assolutamente d'accordo con Maroni, ci sono dei matti, magari amici degli scafisti o di mafia capitale, che vogliono continuare ad immergerci nel disastro dell'immigrazione clandestina. Ma in Italia non ce lo possiamo più permettere".