Il Capo dello Stato ha poi sottolineato come il lavoro resti "la prima, e la più grave, questione sociale. Anzitutto per i giovani, ma non soltanto per loro"
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"Mi auguro un'ampia partecipazione al voto e che nessuno rinunzi al diritto di concorrere a decidere le sorti del nostro Paese". Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso del suo discorso di fine anno dal Quirinale. "Ho fiducia nella partecipazione dei giovani nati nel 1999 e che quest'anno votano per la prima volta", ha quindi aggiunto il Capo dello Stato.
Il Capo dello Stato ha ripercorso, a inizio discorso, la situazione politica italiana ricordando di aver "portato" il Paese alle elezioni politiche del prossimo 4 marzo rispettando "il ritmo, fisiologico, della Costituzione". L'Italia arriva al rinnovo del Parlamento con una nuova legge elettorale "omogenea per le due Camere". A questo punto "non è mio compito formulare indicazioni", le elezioni "aprono una pagina bianca" che dovrà essere "scritta dagli elettori" e, successivamente, "dai partiti" che dovranno avere ben presente che "l'orizzonte del futuro costituisce il vero oggetto dell'imminente campagna elettorale".
"Spero in ampia partecipazione al voto" - Il Capo dello Stato ha richiamato di fatto i cittadini italiani e i loro rappresentanti in Parlamento ad impegnarsi, in termini diversi ovviamente, per il futuro del Paese. Ai primi, con evidente riferimento al tema dell'astensionismo sempre più presente nelle nostre competizioni elettorali, ha chiesto "un'ampia partecipazione al voto", senza che "nessuno rinunzi al diritto di concorrere a decidere le sorti del nostro Paese".
"I partiti guardino al futuro, per governare i cambiamenti" - Ai partiti invece ha detto che "occorre preparare il domani. Interpretare e comprendere le cose nuove". Certo, ha aggiunto, "la parola futuro può anche evocare incertezza e preoccupazione". Ma, sono state ancora le parole di Mattarella, "i cambiamenti vanno governati per evitare che possano produrre ingiustizie e creare nuove marginalità".
Insomma, ha ricordato, "l'autentica missione della politica consiste, proprio, nella capacità di misurarsi con queste novità, guidando i processi di mutamento". Mattarella ne è certo, "la cassetta degli attrezzi, per riuscire in questo lavoro, è la nostra Costituzione: ci indica la responsabilità nei confronti della Repubblica e ci sollecita a riconoscerci comunità di vita".
"L'orizzonte del futuro costituisce, quindi - ha continuato - il vero oggetto dell'imminente confronto elettorale. Il dovere di proposte adeguate - proposte realistiche e concrete - è fortemente richiesto dalla dimensione dei problemi del nostro Paese".
"Il lavoro resta la prima questione sociale" - Mattarella, chiarendo che "non è mio compito formulare indicazioni", ha sottolineato che "ancora una volta, il lavoro resta la prima, e la più grave, questione sociale. Anzitutto per i giovani, ma non soltanto per loro. È necessario che ve ne sia in ogni famiglia. Al tempo stesso va garantita la tutela dei diritti e la sicurezza, per tutti coloro che lavorano".
"Nostro Paese generoso e solidale, ha strumenti per superare le difficoltà" - Il Capo dello Stato ha ricordato che "si è parlato di recente di una Italia quasi in preda del risentimento". Non lo ha negato ma ha aggiunto di conoscere "una Paese diverso, generoso e solidale". I problemi che abbiamo davanti, ha sostenuto Mattarella, "sono superabili. Possiamo affrontarli con successo facendo ciascuno interamente la parte propria. Tutti, specialmente chi riveste un ruolo istituzionale e deve avvertire, in modo particolare, la responsabilità nei confronti della Repubblica".
Infine, al termine di un discorso durato non più di dieci minuti, il presidente della Repubblica ha voluto rivolgere "un saluto a quanti, questa sera, non stanno festeggiando perché impegnati ad assolvere compiti e servizi essenziali per tutti noi: sulle strade, negli ospedali, nelle città, per garantire sicurezza, soccorso, informazione, sollievo dalla sofferenza. A loro, ringraziandoli, esprimo un augurio particolare".