In assenza di una risposta dall'Europa, il governo studia nuove azioni per l'emergenza. Si parla di intervento anti-scafisti e di rimpatri più veloci
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L'emergenza profughi non accenna ad allentarsi. E Matteo Renzi prepara un piano B, in assenza di una risposta seria dell'Europa per gestire la situazione sempre più allarmante nel nostro Paese. Si parla di permessi temporanei a chi richiede asilo, di lotta agli scafisti in Libia, di obbligo per le navi straniere che soccorrono i migranti in mare di portarli nei loro Paesi. E si torna a parlare di sanzioni alla Russia.
Insomma, l'Italia qualcosa si dovrà inventare se, come sembra ogni giorno più probabile, l'Europa eviterà di scegliere la solidarietà sul fronte migranti.
Il progetto del premier prevederebbe di affrontare il problema con interventi duri di diplomazia internazionale negli scali ferroviari e ai valichi, dopo la decisione della Germania di sospendere Schenghen per il G7 e della Francia di chiudere Mentone. Si punta poi a rimpatri più veloci e a centri di smistamento per i profughi tramite accordi di polizia con Paesi africani e Bangladesh.
Se la Francia non aprirà il valico, si pensa a permessi provvisori di identità ai migranti. Mentre si preparano negoziati con Costa d'Avorio, Senegal, Bangladesh, Mali, Sudan, per organizzare corsi di formazione per le forze dell'ordine locali in cambio di rimpatri d'urgenza attraverso voli charter. Uno schema già attuato con Egitto, Tunisia e Marocco.
Il nodo delle sanzioni alla Russia - C'è infine la delicata questione delle sanzioni alla Russia, che danneggiano gravemente le imprese italiane, e decise per difendere l'Europa dalle presunte intenzioni di Mosca di ricostruire l'impero sovietico. Anche se appare evidente la enorme difficoltà di attuare un progetto simile, visto il coinvolgimento della Nato, è emersa anche l'ipotesi di spingere per uno stop alle sanzioni.