Tra gli obiettivi indicati la velocizzazione nell'esame delle istanze e una frenata sulla concessione del permesso di soggiorno per motivi umanitari. Oltre 40 milioni spostati dall'accoglienza ai rimpatri
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, in una lettera indirizzata a prefetti e presidenti delle Commissioni per il riconoscimento della protezione internazionale, ha chiesto un giro di vite sulla concessione dell'asilo. Tra gli altri obiettivi citati dal vicepremier figurano anche una velocizzazione nell'esame delle istanze e una stretta sui permessi di soggiorno per motivi umanitari.
Per quest'ultimo, che è il beneficio più concesso (quest'anno salito a quota 28%), il titolare del Viminale ha invitato le commissioni a un esame rigoroso sulle "vulnerabilità degne di tutela".
Salvini: 42 milioni dall'accoglienza ai rimpatri - Salvini ha deciso di spostare 42 milioni dall'accoglienza dei migranti ai rimpatri volontari. Il ministro ha sottolineato che lo spostamento è stato possibile dopo uno screening di tutti i progetti di "integrazione ed accoglienza" in corso, finanziati sia dall'Italia sia dalla Ue. "Quello che fino a poco fa era un business che faceva arricchire pochi sulle spalle di molti, diventa un investimento in sicurezza e in rimpatri - ha aggiunto - La voce è sempre quella, immigrazione, ma c'è modo e modo di usare i fondi che stanno sotto quella voce".
La lattera: sotto esame 136mila richieste di protezione internazionale - Nella circolare il ministro evidenzia che sono attualmente in fase di esame circa 136mila richieste di protezione internazionale: "Un numero significativo e con andamento crescente se si considera che lo scorso anno sono state presentate oltre 130mila istanze d'asilo, di gran lunga superiori ai 119mila migranti sbarcati sulle nostre coste". Numeri che impongono "un'attenta azione riorganizzativa", sottolinea ancora.
"Lunghi tempi di attesa comportano oneri per lo Stato" - Il documento affronta prima la necessità di ridurre i tempi di esame delle domande, ai quali "è strettamente collegata la durata della permanenza nei centri d'accoglienza". I lunghi tempi di attesa nelle strutture, infatti, "comportano rilevanti oneri a carico dello Stato". E' dunque necessario che i 50 collegi che esaminano le istanze "operino a ritmo continuativo ( 5 giorni a settimana)".
I numeri - Salvini rileva poi che l'esito delle domande nell'ultimo quinquennio si conclude solo nel 7% dei casi con il riconoscimento dello status di rifugiato; al 15% viene concessa la protezione sussidiaria, mentre il permesso di soggiorno per motivi umanitari è al 25% (salito al 28% quest'anno).
Il permesso di soggiorno per motivi umanitari - Si tratta di un istituto introdotto nell'ordinamento nazionale nel 1998 e che prevede la concessione del beneficio quando ricorrono "seri motivi" di carattere umanitario nei casi in cui non sussistono i requisiti per il riconoscimento della protezione internazionale. Questa norma, evidenzia il ministro, ha "di fatto legittimato la presenza sul territorio nazionale di richiedenti asilo non aventi i presupposti per il riconoscimento della protezione internazionale il cui numero, nel tempo, si è sempre più ampliato". Ne hanno beneficiato persone in situazioni collegate "allo stato di salute, alla maternità, alla minore età, al tragico vissuto personale, alla permanenza prolungata in Libia, per arrivare anche ad essere uno strumento premiale di integrazione".
"Esaminare i seri motivi che danno diritto al permesso di soggiorno umanitario" - E la tutela umanitaria, concessa inizialmente per due anni, viene generalmente ampliata in maniera automatica. Una prassi che ha comportato la concessione del titolo di soggiorno "ad un gran numero di persone", che "ora permangono sul territorio nazionale con difficoltà di inserimento". Su questo Salvini invita ad esaminare con rigore i "seri motivi" che danno diritto al permesso di soggiorno umanitario, che non possono essere "una mera constatazione di criticità". Il ministro confida quindi "nella massima attenzione" delle commissione "a salvaguardia degli interessi primari della collettività oltre che dei diritti dei richiedenti".
"Stop asilo a chi non ne ha diritto" - "Con una circolare a prefetti e presidenti delle Commissioni per il riconoscimento della protezione internazionale, ho personalmente richiesto velocità e attenzione nel dare accoglienza a chi scappa veramente dalla guerra ma anche nel bloccare tutti coloro che non ne hanno diritto". Lo scrive il ministro dell'Interno in un tweet in relazione al provvedimento che ha inviato ai prefetti.
"Donne in gravidanza e bambini restano in Italia" - "Donne incinte, bambini e rifugiati restano in Italia. Si vergognino i disinformati che dicono e scrivono il contrario", precisa Matteo Salvini sulle anticipazioni della circolare sulle protezioni umanitarie. "Il senso dell'iniziativa - spiega il ministro - è limitare un abuso che va a discapito dei rifugiati veri. Su 43mila domande esaminate, i rifugiati sono il 7% mentre la protezione sussidiaria raggiunge il 5. Poi abbiamo la protezione umanitaria che, sulla carta, è riservata a limitati e residuali casi di persone che, pur non essendo in fuga dalle guerra hanno necessità di una tutela. Ma rappresentano il 28 per cento dei casi che poi arriva al 40 con i ricorsi, decine di migliaia di persone. E spesso diventano la legittimazione dell'immigrazione clandestina".