IN TRE LASCIANO IL PD

Renzi: sulla Sanità noi investiamoNessun legame tetto contanti-evasione

"Il debito per la prima volta dal 2007 sta scendendo", ha poi ricordato il premier parlando all'assemblea dei parlamentari Pd. D'Attorre, Galli e Folino annunciano l'addio al partito

04 Nov 2015 - 10:48

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"Sulla Sanità, il sociale e la cultura, noi investiamo più di prima". Lo ha detto il premier Matteo Renzi all'assemblea dei parlamentari Pd. "Il debito per la prima volta dal 2007 sta scendendo, questo è il mantra del nostro impegno. Poi ci accusano di fare una finanziaria in deficit - ha poi sottolineato difendendo la legge di Stabilità -. Vogliamo ricordare che il deficit è al 2,2? E' la prima volta sotto il 2,5".

Renzi affronta l'assemblea Pd con la novità di un testo scritto, un sigaro cubano per Pierluigi Bersani come calumet della pace ma poca disponibilità a stravolgere la legge di Stabilità. Difende l'innalzamento del tetto dei contanti, "non esiste correlazione con l'evasione" e l'aspetto "sociale" della manovra.

In "un'Italia che riparte", il premier vede nella manovra economica l'occasione per "l'accelerata decisiva". Per questo, pur dicendosi pronto ad ascoltare tutti, dalle Regioni alle "proposte di Nens" contro l'evasione, non capisce perché gli attacchi partano da dentro il suo partito. "Attenti, il nemico non siamo noi", chiarisce alla sinistra che giovedì presenterà i suoi emendamenti.

"Legge di Stabilità è di sinistra" - La legge di Stabilità, ribadisce Renzi, "è di sinistra" a partire dalla sua misura clou: l'abolizione della Tasi. "Circa l'82% dei proprietari di prima casa - sostiene - sono pensionati, lavoratori dipendenti o disoccupati. Si può dir tutto, ma non che togliere la Tasi aiuti i più ricchi".

"Demagogia dire meno soldi alla Sanità" - "Nel 2014 erano 109 miliardi, nel 2015 110, 111 nel 2016. E' demagogia dire che sulla Sanità mettiamo meno soldi. Non c'è presidente di Regione che guadagni meno del premier". Così Renzi sostenendo che "il governo è con le Regioni ma non bisogna fare demagogia".

"Lotta all'evasione" - Numeri e 25 slides per dimostrare la fondatezza delle tesi del governo. "Il primo che mi dimostra la correlazione tra il tetto al contante e l'evasione cambio provvedimento - è la sfida di Renzi - Ho fatto fare dei calcoli alla Ragioneria, non c'è evidenza empirica, i dati non sono questi". Il premier smantella le accuse della minoranza e la levata di scudi delle Regioni.

All'accusa di imitare Silvio Berlusconi e il mantra del "meno tasse per tutti", il leader dem non sembra prenderla per un'offesa. "Se volete un premier che alzi le tasse, cambiate premier - afferma - Se qualcuno ha nostalgia della sinistra che diceva anche i ricchi piangano, sappia che non è la mia linea. Io non condanno il mio partito al suicidio".

"Elezioni si vinceranno in periferia, non nei salotti" - "La prossima partita politica si vincerà nelle periferie non nei salotti del centro storico", spiega Renzi. "La decrescita è un argomento che va bene nei salotti", sottolinea. E sul reddito di cittadinanza ribadisceo: "Compito della politica è dare un lavoro a tutti, non lo stipendio".

Italicum, "M5s sono patetici" - "Non sono d'accordo con la proposta di Lauricella di modificare l'Italicum ma quando ho letto che i Cinque stelle ora difendono l'Italicum mi sono schiantato dalle risate: sono patetici".

D'Attorre, Galli e Folino annunciano addio a Pd - Renzi rinvia gli scontri e i regolamenti dei pesi di forza al congresso. Ma dopo Fassina e Civati, i tre deputati Alfredo D'Attorre, Carlo Galli e Vincenzo Folino ufficializzano durante l'assemblea l'addio al Pd verso "la cosa rossa" che dovrebbe nascere sabato. Un'operazione "densa di ideologismo", la liquida Renzi per il quale "è tempo di riforme e non di proclami". La ditta per il segretario resta tale "a prescindere se vince Tizio o Caio". Perché se c'è chi va, "l'afflusso più grande a questo partito viene da Sel, non da Verdini... non stiamo smottando a sinistra".

D'Attorre: altri lasceranno - "Il Pd così non regge: il processo di distacco è destinato ad accentuarsi nei prossimi mesi. Renzi ritiene che la sinistra non abbia possibilità, ma io ritengo che non ci sia spazio per la sinistra nel Pd". Lo dice, lasciando la Camera, Alfredo D'Attorre, spiegando le ragioni del suo addio e aggiungendo che secondo lui "altri lasceranno".

Bersani: si lasci margine a Parlamento - "Abbiamo sentito una relazione lunga e dettagliata sulla legge di Stabilità. Il punto è lasciare un po' di margine al Parlamento per rafforzare i punti buoni che ci sono e correggere le cose che non vanno. Suggerirei di essere disponibili a una discussione tra gente seria per affrontare qualche problema". Lo dice Pierluigi Bersani.

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