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Ponte Genova, nel 2013 sul sito del M5s si parlava di "favoletta del crollo"

Cinque anni fa il blog ospitava il comunicato del Coordinamento dei Comitati No Gronda, che si opponeva alla bretella autostradale. Qualche mese prima una provocazione dell'allora presidente della Confindustria del capoluogo

14 Ago 2018 - 22:39
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Una "favoletta". Così, nell'aprile 2013, il Coordinamento dei Comitati No Gronda si esprimeva sull'eventualità di un crollo del ponte Morandi di Genova. Un comunicato ospitato (e poi rimosso) sul sito del Movimento 5 stelle. "Ci viene poi raccontata la favoletta dell'imminente crollo del Ponte Morandi", si leggeva sul blog pentastellato riguardo al dibattito sulla realizzazione di una bretella autostradale per il tratto genovese della A10.

Nel testo (ancora online sul portale del Coordinamento) i Comitati No Gronda scrivevano quindi: "Ci viene poi raccontata, a turno, la favoletta dell'imminente crollo del Ponte Morandi, come ha fatto per ultimo anche l'ex presidente della Provincia, il quale dimostra chiaramente di non avere letto la Relazione conclusiva del dibattito pubblico, presentata da Autostrade nel 2009. In tale relazione si legge infatti che il Ponte '...potrebbe star su altri cento anni' a fronte di '...una manutenzione ordinaria con costi standard (Queste considerazioni sono inoltre apparse anche più volte sul Bollettino degli Ingegneri di Genova)'".

La provocazione Calvini - A questo riguardo si torna a parlare anche delle polemiche sollevate per una frase, datata dicembre 2012, dell'allora presidente di Confindustria Genova, Giovanni Calvini, che provocatoriamente affermava: "Quando tra dieci anni il Ponte Morandi crollerà, e tutti dovremo stare in coda nel traffico per delle ore, ci ricorderemo il nome di chi adesso ha detto 'no' alla Gronda", con chiaro riferimento agli esponenti locali del M5s.

Lo stesso Calvini, dopo la tragedia, ha voluto precisare che "all'epoca il dibattito in città per le infrastrutture era assai vivace e, in quanto presidente della locale Confindustria, mi adoperavo per cercare di sbloccare l'approvazione e l'avvio di un opera, la Gronda di Ponente, che consideravamo fondamentale, non solo per Genova, perché avrebbe dovuto alleggerire il nodo autostradale di cui fa parte il ponte crollato. La mia fu pertanto una pura provocazione per la quale avevo utilizzato toni ed espressioni meno assolutiste di quelle che l'intervista mi attribuisce. Non mi sarei mai immaginato che potesse accadere un cosa del genere enon  avevo elementi tali per fare una previsione di questo tipo".

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